Infatti è normale. Tutti i DSP delle serie amplificate hanno più uscite pre ed una parte amplificata.
Il motivo è che la parte DSP è la stessa per un certo numero di modelli. Proprio fisicamente, hanno la stessa scheda, montata su una piastra madre differente con le opportune modifiche a layout, alimentatore e numero e potenza dei finali.
Costa molto più lo sviluppo dell’hardware, per queste cose qui..
Vale per Helix, Mosconi, Audison. È 6 in e 10 out anche L’M Four DSP. Non c’è nulla di strano.
La vecchia serie AP era 6 in e 9 out per tutti i 3 modelli, più digitale ottico. E solo l’AP-F8.9 aveva il contenitore più grande, per ospitare l’alimentatore per 8 canali da 80 W RMS. Ed un ottico in più. Ed era arrivato molti anni dopo i primi tre.
La serie AF invece è divisa più organicamente in due “contenitori”: serie M (midi?) più grande e serie C (compact?) più piccola.
E mentre i canali di ingresso sono sempre 6 (+ 4 opzionali) ed 1 ottico (più un secondo elettrico/ottico opzionale), le uscite sia DSP che pre e amplificate possono essere da minimo 10 a massimo 14, a seconda della scheda DSP montata. Guarda caso gli stessi del Virtuoso..
Che io sappia, nessuno dei players più importanti del mercato ha a catalogo prodotti più “ristretti”, tranne che non siano palesemente obsoleti, come i Mosconi 6 canali in classe AB venduti fino a qualche tempo fa’, prima che uscisse la serie Pico.
Se I chipset dei costruttori di componentistica sono quelli, penso che alla fine conviene svilupparli.
Per quanto riguarda la procedura automatica che esegue il Bit Tune, non ho mai ascoltato qualcosa di “tarato” con quel sistema. Tuttavia, se penso al mio ampli audio video da 700 Euro dell’anno scorso e a quello che avevo prima, che aveva 10 anni in più, sempre con il sistema “Audissey”, se è certamente opportuno verificare e ritoccare in ogni caso, devo dire che in 10 anni di sviluppo c’è un abisso nelle prestazioni. Certo, si parla di tempi di volo ed eq, e di frequenza di taglio sub/satelliti. Non di accoppiare woofers/medi/tweeters in un ambiente ostico come l’automobile.
Ma il Bit Tue è stato sviluppato a posta per questo. E se tanto mi da tanto, credo che possa aiutare molto.
Con quel che ho sentito ai vari raduni, devo dire che tra gli “installatori” di orecchio sembra essercene molto poco..
Il Bit Tune si utilizza attraverso una procedura guidata e permette di fare molte cose. Dalla misura della THD della sorgente all’analisi della risposta di quest’ultima, ed anche la risposta nel tempo (quindi di correggere passa tutto e ritardi temporali se il DSP per mette). E permette di valutare la risposta dei singoli speaker e consigliare i tagli da adottare. Non solo di fare l’equalizzatore automatica.
È fornito con un microfono a 5 capsule a corona, ed uno piatto a capsula singola, rispettivamente per la RTA similarmente al micro in movimento e la per la misura dei tempi di volo.
Insomma: è uno strumento a tutto tondo del quale ho potuto consultare il manuale di una vecchia versione software, quando comprai il 4.9.
Cosa se ne ricava dipende molto anche da chi lo usa. E lo si puó usare anche per fare le misure classiche manualmente.
Non so se la nuova serie AF è tarabile in automatico con il Bit Tune, comunque. Ha un software che non c’entra niente con il precedente. E ha già a bordo una gran parte di strumenti che erano appannaggio del bit tune, come quelli per l’analisi temporale di ingresso, sull’analogico.
È possibile che sia più potente il processore dei nuovi DSP che quello del Bit Tune..
Senza pregiudizi contro Elettromedia e contro l’installatore, anche a me sembra un sistema equilibrato.
Considerate che andrà sempre con la radio di serie.
Ciao!
