Complimenti per la passione ed il lavoro!
Non perdere MAI l'entusiasmo e lo stupore per i risultati che vengono. Non sono il sale del nostro hobby. Sono L'ESSENZA del nostto hobby!

Ciao!

E' sempre un piacere.synagryda ha scritto:Ok, Marsur.
A tempo debito, magari su in Piemonte, oppure qui tra gli appassionati sardi, se mi capita lo provo.
Grazie ancora dei tuoi suggerimenti.
Ciao!
Dipende sempre dai modelli, il 5957s è uno dei changer più bensuonanti mai costruiti che si contano sulle dita di una mano.guttadax ha scritto:La differenza tra un autoradio e il multi cd è molto evidente.
Ma certo, Marsur.Marsur ha scritto:Ottimo WIP gente, sono occasioni da tirare a lucido le orecchie.
Potrei chiedere quale sarà l'ambiente home? Come dimensioni intendo.
Ehm.....e anche la struttura dei diffusori...grazie.
E con Dude e ozama fanno tre.synagryda ha scritto:Poi altri esperimenti sul tema, con il primo CD portatile Philips CD10 MK (che ho ancora...)
CHAPEAU! Per tutto, il livello, la caparbietà, la "faccia tosta" nel girovagare con l'intera catena... eh si, decisamente il "no ascolto no acquisto" non è da tutti!synagryda ha scritto:Di nulla, Marsur. Non voglio influenzarti per la componentistica. Se ti racconto la mia lunga storia in questo mondo di passione musicale magari mi comprendi meglio, ci conosciamo più a fondo.
Come sai ho quasi 55 primavere, sono del 1963, e la passione per l'hi-fi è nata abbastanza tardi, non in giovanissima età, per intenderci. Primo acquisto un'autoradio Alpine, ed equalizzatore a cursori, con rigoroso pianale su una UNO ES, correva l'anno 1982/83, all'incirca, mi sembra di rammentare. Poi altri esperimenti sul tema, con il primo CD portatile Philips CD10 MK (che ho ancora...) ma la vera svolta musicale la subii molti anni dopo. Inverno 1993. Dopo una tre giorni intensa a sciare su in Val D'Aosta caddi rovinosamente in una pista nera, e mi ruppi il setto nasale. Avevo un'assicurazione sugli infortuni e presi per quel brutto incidente un discreto risarcimento economico.
Avevo un amico, Mauro Agrosi, che lavorava da Taxi Vision, un negozio che all'epoca aveva ogni sorta di componente audio, di livello anche altissimo. Punto vendita torinese situato pressapoco dinanzi all'Auditorium RAI. Inutile dirti che quando avevo un po di tempo e capitavo da quella parti mi piaceva passare a trovarlo e ascoltare musica con impianti da mille e una notte, inarrivabili per un povero cristo lavoratore come il sottoscritto, ma che bell'esperienza! Ma una sera mi chiamò a casa e mi disse di raggiungerlo perché aveva da farmi ascoltare un sistema stereofonico fantastico, appena giunto in negozio. Curiosissimo mi precipitai da Taxi Vision è fu la prima volta che vidi delle Magneplanar alte ma molto strette abbinate a un piccolo sub. Mauro mi disse che il sistema era appena arrivato e al suo orecchio non c'era nulla in quella sala che suonasse così bene, neppure le costosissime e blasonate al tempo Thiels che avevo avuto piacere di sentire qualche giorno prima. Accese l'elettronica, e dopo qualche minuto le mie orecchie, il mio cervello andarono letteralmente in estasi. Una magia, un suono di una trasparenza, di un'apertura, di una liquidità che veramente era inconfrontabile con qualsiasi sistema dinamico avevamo attorno. Inutile dirti che una buona parte dei soldi dell'assicurazione andarono lì. il giorno dopo. Le acquistai, mi portai a casa le MG10 e il sub Velodyne. Da quel momento partì la ricerca dell'elettronica atta a pilotarle e passò un bel po di tempo prima che trovassi il bandolo delle matassa anche perché i soldi piovuti dal cielo erano quasi finiti. Ti dico solo che ero diventato un po lo zimbello di alcuni negozianti di Torino perché viaggiavo con gli imballi sopra la macchina e montavo tutto nelle loro salette per scegliere i componenti. No ascolto, no acquisto. La sorgente cadde su un lettore Pioneer, il PD-S 901, lo provai con cavi di segnale in carbonio Van De Hull e mi piacque moltissimo. Poi come finali presi pre e finale Copland, un suono che mi stregò per la qualità espressa nella gamma media soprattutto ma che dopo qualche mese mi deluse perché quando alzavo un po il volume andava in crisi. Le Maggie non rendevano dinamica con 25 watt a triodo e 50 commutati a pentodo. Ci voleva uno stato solido serio o un potente valvolare che però costava una schioppettata. Mantenni il pregevole pre e trovai un Electrocompaniet AWG 250 in un bel negozietto di Trino Vercellese, aperto agli ingegneri e ai lavoratori della centrale nucleare. La centrale fu chiusa e il punto vendita pure. Lo acquistai, naturalmente, solo dopo averlo collegato alle MG 10 a un terzo del prezzo di listino, nuovo di pacca. I cavi di potenza furono scelti sempre portando tutta la catena audio in negozio. Ricordo ancora il disguido arrecato a Lorenzo, titolare di Immagine&Suono: si formò nella saletta un capannello di appassionati, e anche loro contribuirono a farmi scegliere i cavi tra una decina di terminali papabili; optai per una sorta di gomena in rame dell'Audioquest, un cavo che non frenava la musica, la faceva fluire piacevole tanto da incantare un po tutti. Il migliore ai miei orecchi.
Attorno a questo impianto, negli anni a seguire, è nato il multicanale, ma questa te la risparmio.
La prossima puntata!
Un salutone.
Manu
Capito.synagryda ha scritto:Il DAC più vecchio, caro Marsur, è proprio un apparecchio home, ingombrante, il Peachtree. Me lo prestano per il test.
Ho letto con piacere!synagryda ha scritto:Il secondo, invece l'ho acquistato, mi arriva dopodomani, ed è piccolo (10 x 10 x 4 cm, circa) e con alimentazione separata, recente, il Pro-Ject box S2 +. Se ci piace, questo potrebbe essere inserito, non so esattamente come e dove, nel Jimnino...
Relativamente al lungo racconto, pardon se sono andato fuori tema, ecco la sorpresa che trovai in edicola qualche mese dopo...
Sempre un gran piacere leggere che il recensore sposa la tua impressione, e anzi aggiunge valutazioni tecnico giornalistiche che da ignorante non conoscevo neppure!!! Con l'analisi che mi sono divorato decine di volte...