Concordo in pieno.
È vero che utilizzare un DSP comporta elaborazioni che possono degradare il segnale. Tuttavia, anche un passivo fatto con componenti economici, degrada il segnale.
Se poi fai un passivo senza fare misure e senza ritardi temporali, mi chiedo a che ti serva, se lo scopo è sentire bene.
Con i simulatori tipo Cross PC e successivi, ma anche con quelli più moderni e sofisticati, puoi fare una simulazione di massima per valutare le tenute in potenza a seconda dei tagli, quindi stabilire dei parametri minimi. Poi, una volta realizzato davvero il crossover in auto, per approssimazioni successive grazie alle misure elettroacustiche prese dal posto guida, puoi caricare i componenti e valutare criticità varie sia per tenuta che per impedenza presentata all’amplificatore. Tuttavia, non esiste che il filtro passivo possa essere progettato a tavolino e poi corretto leggermente.
Quello che salta fuori da due o tre vie montate su un pannello piano ascoltate da 2 metri, non ha la minima attinenza con quello che sentirai poi con i tre altoparlanti montati in portiera/cruscotto/montante, per di più asimmetrici. Quindi con risposte in frequenza sensibilmente diverse tra canale destro e canale sinistro.
Perció, in linea di massima:
1) Chi ti chiede 500 Euro per progettarti un filtro, lo farà dopo molte ore di misura sulla tua automobile, con gli altoparlanti montati. E dispone di una cassettiera contenente centinaia di componenti da testare, che comunque si è comprato lui e che non ti fa pagare.
Altrimenti è un TRUFFATORE.
2) Chi ti fa un passivo personalizzato con poche decine o anche 100/200 Euro, spacciandolo per “fatto su specifiche” e senza aver misurato a lungo la tua auto, nella migliore delle ipotesi è uno SPROVVEDUTO.

Nella peggiore, è comunque un TRUFFATORE.
Non a caso, adesso che gli elaboratori digitali costano cifre ragionevoli, tranne che su impianti estremamente costosi o su “demo car”, nessuno fa più passivi. Servono comunque anche i ritardi temporali, per sentire l’effetto stereo in auto. Quindi, tanto vale operare in attivo.
Questo è un crossover passivo con celle di ritardo passive montato sulla C1 di Perry. Un installatore famoso dell’Emilia Romagna:
Non è uno scherzo. È un 3 vie con woofers montati in un volume chiuso applicato alla portiera ed il sub è incrociato in attivo.
Questo è dello stesso installatore, ma sulla macchina di un suo collaboratore: il mitico “Disco”.
Nota che ci sono stampati anche nei due vani laterali, tra compensazioni e ritardi.
Secondo te, quante CENTINAIA di ore ci sono volute per ottimizzarli?
Secondo te, chi ti presenta 10 componenti per un tre vie, magari uguali tra canale destro e sinistro, cosa ti sta raccontando?
Eh.. Benvenuto nel mondo reale!
Comunque, se vuoi imparare, devi farti una cultura sul principio di funzionamento degli altoparlanti. Sulla propagazione dei suoni ed infine, sui crossovers.
Perchè un crossover non è solo una interfaccia tra gli altoparlanti. Quella è la parte meramente elettrica che li mette in condizione di lavorare con basse distorsioni.
Un crossover interfaccia gli altoparlanti alle orecchie, tenendo conto dell’ambiente.
Per questo è necessario capire come funzionano tutte le cose coinvolte nel processo di formazione del suono.
Ciao!
