Ci sono due modi per ottenere una accensione automatica, in generale:
1) Raddrizzare con un diodo (o un ponte) e qualche condensatore il segnale, che è in sostanza una tensione alternata a tempo di musica, e pilotarci il circuito che comanda l’accensione. E in questo caso, il segnale deve avere un certo valore minimo che dipende dalla catena di raddrizzamento e stabilizzazione, ma anche dalla soglia di conduzione dei diodi usati per l’operazione.
E va bene per qualsiasi tipo di stadio di uscita della sorgente.
2) Rilevare la differenza di potenziale che si presente quando si accende la sorgente e si polarizzano i finali di potenza, a prescindere dal segnale. Che peró funziona con gli stadi di uscita a ponte.
In sostanza, gli stadi di amplificazione configurati a ponte non hanno un ramo positivo ed uno riferito a massa. Entrambi i rami, + e -, sono positivi rispetto alla massa, ma invertiti di fase. Quindi, l’altoparlante si muove per le differenze di polarità che sono presenti, causate dal segnale musicale. Ed il circuito di accensione sente la differenza di potenziale tra i positivi e massa. Quindi non esiste il problema del segnale.
Solitamente i circuiti di accensione automatica degli ampli lavorano con il secondo sistema.
Quindi, è possibile che il circuito sia rotto, oppure che la sorgente abbia l’uscita non di tipo BTL. Se fosse la seconda ipotesi, sarebbe veramente scarsa.
Oppure c’è una terza tecnologia che non consente al sistema di accensione automatica di funzionare regolarmente, che non ricordo come si chiama. Ne aveva parlato
@The_Bis in altra discussione.. E si sta diffondendo tra le sorgenti OEM, perchè consente di ottenere consumi ancora più bassi. Ma non ne conosco il principio di funzionamento..
Mettendo l’accensione sotto chiave, al limite, risolvi. Potrebbe capitare che fa qualche “bump” per via dei tempi tra il sotto chiave e la presenza del segnale. Ma almeno, funziona senza incertezze..
Ciao!
