lo tenevo fermo in quanto volevo metterci mano non solo per una doverosa "rinfrescata" generale (beh, è tutto originale, come minimo sono da sostituire gli elettrolitici) ma sopratutto per analizzarne la struttura e cercare di risolvere una questione comune a molti amplificatori della "vecchia guardia" ovvero il range di sensibilità.
Nel caso specifico, dati del costruttore, la sensibilità di ingresso dichiarata è: 0,2-2Volt assolutamente inadatta ad interfacciarsi (nell'unico modo possibile per un audiofilo: nel modo ottimale) con una moderna sorgente come un dsp dove i valori di uscita a zero dB, ovvero a dinamica piena, sono dell'ordine di 3 o 4 o anche più Volt (0.2Volt di sensibilità ad oggi è un nonsenso, retaggio dei tempi in cui c'erano sorgenti con livelli così bassi di uscita, tempi fortuntamente passati, visto i problemi che implicava ciò...)
Apro una parentesi per rinfrescare il concetto di "sensibilità di ingresso" di un aplificatore (è arcinoto, ma per completezza lo riepilogo): è il valore di livello di segnale (tipicamente espresso in Volt rms) applicato in ingresso tale da risultare in uscita all'amplificatore un valore per cui eroga il massimo livello di potenza effettiva (entro un limite di distorsione, che corrisponde al dato dichiarato di "potenza effettiva" o rms, dichiarato).
E' evidente che è indispensabile, per un ottimale interfacciamento tra sorgente e amplificatore, che il valore di massima potenza sia raggiunto al raggiungimento del massimo livello (indistorto, ovvero entro un livello definito di distorsione) di segnale generato dalla sorgente.
Le situazioni non ottimali, da evitate entrambe, sono invece due:
1) Il livello di sensibilità dell'amplificatore è troppo alto (ovvero è troppo "sensibile") per cui prima del raggiungimento del massimo livello di uscita della sorgente subentrerà distorsione ovvero il clipping dell'amplificatore stesso.
2) Il livello di sensibilità dell'amplificatore è troppo basso (ovvero è troppo poco sensibile) per cui al raggiungimento del massimo livello di uscita della sorgente l'amplificatore non raggiungerà, mai, la massima potenza di uscita e/o alzando il livello della sorgente verso il massimo puossono verificarsi, nello stadio di uscita della sorgente, anche fenomeni di saturazione/distorsione (ciò tipicamente nelle sorgenti non survoltate, limitate quindi nella dinamica di uscita).
Tornado al topic, ovvero al range di regolazione della sensibilità del PPI-2050 (ma ovviamente il concetto è estendibile), nasce quindi una questione:
Se il mio amplificatore ha un livello di sensibilità minimo (ovvero il massimo livello di accettazione in ingresso tale per cui si raggiunge la potenza massima in uscita) che è comunque ha valore troppo basso rispetto a livello massimo di uscita della mia sorgente come faccio?
Questo è proprio il caso che sto seguendo ovvero dover interfacciare, in modo corretto, un PPI-2050 (sensibilità minima di ingresso 2Volt) con un DSP che ha uscite a 3Volt

A questo punto si prospettano due scenari:
1) Soluzione di compromesso (giammai!!

2) Soluzione ideale (ma ti pare di no?

La soluzione, ovvero appunto abbassare il range di sensibilità, comporta inoltre un altro vantaggio, cioè il fatto che riducendo il guadagno dello stadio di ingresso, parallelamente, in egual misura, si migliorerà, anche, il rapporto s/n globale dell'amplificatore (in quanto qualsiasi stadio di amplificazione amplifica sia il segnale che il rumore captato sia dall'esterno, in ingresso e anche generato intrinsecamente dallo componente attivo stesso ovvero l'operazionale).
Passando alla parte pratica, l'ostacolo iniziale (diciamo la perdita maggiore di tempo) è data dal fatto che non si riesce a trovare un granchè come schemi degli amplificatori Precision Power (ho cercato in lungo e in largo senza trovare nulla...) per cui l'altro giorno mi sono deciso a tracciare a mano lo schema (relativamente allo stadio di ingresso, alla sola parte che interessa in questo caso) e quindi vedere come è stato realizzato e di conseguenza dove andare a modificare.
Ho quindi tirato giù in modo più o meno ordinato lo schema con il cad (KiCad!) e allego quindi il pdf, così che possa tornare utile ad altri (le note sono in inglese perchè di regola faccio così per i doc tecnici, in ogni caso è davvero uno schema molto semplice).
Allego anche una foto della dislocazione dei componenti originali, prima della modifica (vabbè, poi basta guardare le serigrafie, anche se, stranezza, alcuni nomi sono duplicati.... stì ammmericani dell'epoca ogni tanto secondo me trincavano troppo whisky

E' tutto relativo ad un PPI-2050 pcb. REV.D (ma di sicuro è riscontrabile uguale in molti altri ampli simili della serie PPI più datata).
La configurazione che alla fine ho scelto è quella riportata nello schema come "ex.2" quindi con range 1.1-11.2
Risultato: suona che è un piacere e la prima cosa che si nota è che il "soffio" in assenza di segnale è sparito (prima era leggero a dire il vero, ma c'era, udibile accostando, a 20-30cm in ambiente silezionso, l'orecchio ai tweeter) beh, non che sia una questione vitale in ambito car ma è una mia piccola fissazione, anche "filosofica" ovvero: è inutile, concettualmente, che mi scervello a spremere al meglio possibile una sorgente digitale a "ennemila"bit di risoluzione se poi questa si "annega" nel rumore di fondo in fase di amplificazione.... no?
