Re: Coral Monza MK 165
Inviato: 24 set 2021, 9:50
Ha detto bene @Delirium . Non ci saranno differenze apprezzabili spostando il fader sugli anteriori.
Nota: tanti anni fa’, c’erano effettivamente parecchie sorgenti “di classe media” che potevano essere collegate a ponte. Avevano tipicamente 6 fili in uscita per 4 altoparlanti, invece che gli 8 odierni.
Parliamo degli anni 80 e degli albori del car audio come fenomeno di massa.
In sostanza, i positivi anteriori e posteriori erano invertiti di fase tra loro. Se usavi i positivi e la massa comune (che era realmente a massa), ottenevi circa 4.5 W con 12V e 6,5 con i 14,4 V del motore avviato. E poteri usare 4 altoparlanti, tipicamente controllati dal fader Front/rear. Se decidevi di usare solo due altoparlanti, isolavi i negativi e collegavi gli altoparlanti ai due fili per canale che rimanevano. Che erano due positivi invertiti di fase tra loro. In questo modo utilizzavi i finali di potenza a ponte ed ottenevi i famosi 15/18 W RMS che ottieni normalmente oggi da tutte e 4 le uscite. Il motivo di questa “doppia possibilità” erano i costi e gli spazi.
Con le tecnologie dell’epoca, mettere 4 “power pack” stereo che erano i tipici “TDAqualcosa”, che potevano essere collegati a ponte in mono (come nei booster e negli equalizzatore/booster tanto diffusi all’epoca come i DSP amplificati ora) richiedeva molto spazio e dissipazione su superfici metalliche estese. Quindi aveva un costo molto diverso metterne due o quattro. Adesso in un UNICO power pack della stessa dimensione dei mitici TDA… ci sono TUTTI gli 8 amplificatori di potenza che permettono di ottenere direttamente i 4 canali configurati a ponte.
E non ha più senso prevedere una doppia configurazione.
Cambiando discorso, dopo questa “nota di colore”, volevo segnalare che sulla roba economica i marchi “prestigiosi” a tutto tondo, ovvero i soliti noti giapponesi, fanno spesso più cag@re di costruttori specializzati in amplificazioni e accessoristica.
Quindi lascerei perdere Alpine sia per l’ampli che per il sub. Ma anche Pioneer, Kenwood, Sony..
Guarderei a Crunch, che ha buona fama. Oppure sui soliti specialisti noti: Zapco, Helix, Mosconi, Audison, ESX, eccetera.
Considera, parlando di amplificatori, che a parità di prestazioni dichiarate (e tutto sommato da quelli seri anche rispettate) ci possono essere molte differenze della resa in gamma bassa, dovute alla cura nella costruzione dell’alimentatore survoltato. Che è la parte in assoluto più costosa di un amplificatore (proprio quella che manca nell’autoradio..). Sia da progettare che come componentistica. E che due amplificatori da “100 Watts a canale” che costano uno il doppio dell’altro, sono la norma. E suonano tipicamente molto diversi come precisione, punch, pressione, da 0 a 400/500 Hz.. Quindi non risparmiare troppo. E lascia perdere di giocare attorno al fader per spremere mezzo watt in più dalla sorgente. Non sarà mai all’altezza di pilotare adeguatamente un sistema hi-fi. Ma non ci va neanche vicino..
E cura invece molto bene l’insonorizzazione ed i supporti degli altoparlanti. Altrimenti sentirsi solo il sub che ti massaggia la schiena ed i tweeters che ti trapanano le orecchie. Come tutte quelle auto dove il proprietario “mette il sub” pensando che la musica sia quella roba lì.
Poi oh.. Contento tu, contenti tutti.
Ciao!

Nota: tanti anni fa’, c’erano effettivamente parecchie sorgenti “di classe media” che potevano essere collegate a ponte. Avevano tipicamente 6 fili in uscita per 4 altoparlanti, invece che gli 8 odierni.

Parliamo degli anni 80 e degli albori del car audio come fenomeno di massa.
In sostanza, i positivi anteriori e posteriori erano invertiti di fase tra loro. Se usavi i positivi e la massa comune (che era realmente a massa), ottenevi circa 4.5 W con 12V e 6,5 con i 14,4 V del motore avviato. E poteri usare 4 altoparlanti, tipicamente controllati dal fader Front/rear. Se decidevi di usare solo due altoparlanti, isolavi i negativi e collegavi gli altoparlanti ai due fili per canale che rimanevano. Che erano due positivi invertiti di fase tra loro. In questo modo utilizzavi i finali di potenza a ponte ed ottenevi i famosi 15/18 W RMS che ottieni normalmente oggi da tutte e 4 le uscite. Il motivo di questa “doppia possibilità” erano i costi e gli spazi.

Con le tecnologie dell’epoca, mettere 4 “power pack” stereo che erano i tipici “TDAqualcosa”, che potevano essere collegati a ponte in mono (come nei booster e negli equalizzatore/booster tanto diffusi all’epoca come i DSP amplificati ora) richiedeva molto spazio e dissipazione su superfici metalliche estese. Quindi aveva un costo molto diverso metterne due o quattro. Adesso in un UNICO power pack della stessa dimensione dei mitici TDA… ci sono TUTTI gli 8 amplificatori di potenza che permettono di ottenere direttamente i 4 canali configurati a ponte.


Cambiando discorso, dopo questa “nota di colore”, volevo segnalare che sulla roba economica i marchi “prestigiosi” a tutto tondo, ovvero i soliti noti giapponesi, fanno spesso più cag@re di costruttori specializzati in amplificazioni e accessoristica.

Guarderei a Crunch, che ha buona fama. Oppure sui soliti specialisti noti: Zapco, Helix, Mosconi, Audison, ESX, eccetera.

Considera, parlando di amplificatori, che a parità di prestazioni dichiarate (e tutto sommato da quelli seri anche rispettate) ci possono essere molte differenze della resa in gamma bassa, dovute alla cura nella costruzione dell’alimentatore survoltato. Che è la parte in assoluto più costosa di un amplificatore (proprio quella che manca nell’autoradio..). Sia da progettare che come componentistica. E che due amplificatori da “100 Watts a canale” che costano uno il doppio dell’altro, sono la norma. E suonano tipicamente molto diversi come precisione, punch, pressione, da 0 a 400/500 Hz.. Quindi non risparmiare troppo. E lascia perdere di giocare attorno al fader per spremere mezzo watt in più dalla sorgente. Non sarà mai all’altezza di pilotare adeguatamente un sistema hi-fi. Ma non ci va neanche vicino..


Poi oh.. Contento tu, contenti tutti.

Ciao!
