Grazie Ozama per il contributo postato, molto interessante!
Il deck Philips DCC900 fu il mio primo acquisto audio "impegnativo", a metà anni 90', con una delle mia prime buste paga, che ricordi... i sabato pomeriggio passati a girare per negozi e le lunghe discussioni... bei tempi!
In effetti, anche da "pivello" all'epoca l'ascolto comparativo con il minidisc vedeva vincente palesemente il dcc.
Philips d'altronde aveva già anni di esperienza alle spalle nei sistemi di compressione audio digitale e potè quindi implementare un algoritmo, il PASC, più efficiente del Sony ATRAC (perlomeno nella sua prima versione).
Ciò che emerge dalle misure nel caso del DCC è infatti la gamma dinamica più estesa, che si avvantaggia del fatto che, già nella sua prima generazione di chip encoder/decoder sviluppati da Philips (in una prima fase unico e solo produttore/fornitore) gestivano flussi audio input/output 18bit (e 24bit internamente), andando a rivedere documenti di quegli anni ci fu poi addirittura un deck JVC (ZD-V919 a marchio Victor, commercializzato esclusivamente in Giappone) forse l'ultimo e il più evoluto uscito sul mercato, con gestione i/o 20bit (presumo però solo per connessioni analogiche attraverso quindi il dac interno, non su interfaccia spdif per via delle regole dettate dal famigerato sistema anticopia SCMS).
In effetti però, come hai già datto tu Ozama, furono "meteore"... il DCC in particolare (che nei disegni di Philips avrebbe dovuto essere un sistema relativamente a basso costo che sarebbe subentrato alle cassette audio analogiche) fu presentato nel 1992 e la stessa Philips ne comunicò la cessata produzione nel 1996! Il mio DCC900 lo acquistati nel 1994, se non ricordo male per circa 900.000Lire e lo rivendetti un paio di anni dopo, trovare le cassette vergini, qui a Torino, in epoca "pre-internet" era già un'impresa e che costi... (e meno male che mi tenni a freno, stavo per acquistare anche il sintolettore da auto, un Panasonic, mi pare).
D'altronde visti i costi delle cassette DCC (costose ma anche sempre più difficili da reperire), anche volendo non considerare la disponibilità dei primi CD recorder, rimaneva sempre la possibilità di orientarsi sul DAT (che si era già da anni affermato sopratutto in ambito professionale). Altro aspetto era poi la durata delle cassette, era impossibile riversare un intero CD su un unico lato di una cassetta DCC(max 45x2).
Una nota curiosa del DCC, che ricordo, era il fatto che (lo dichiarò la stessa Philips) fin dall'inizio furono sviluppate due versioni dell'algoritmo di codifica, una consumer e l'altra, riservata alla produzione di cassette preregistrate, di qualità superiore. Penso ciò per ragioni anche tecniche piuttosto che commerciali (spingere all'acquisto di titoli in DCC, sulla carta con gamma dinamica di 18bit, quindi superiore al CD) in quanto la tecnologia dei chip dsp non permetteva per ragioni di costo di utilizzare lo stesso hardware in ambito consumer.
La vita commerciale del Minidisc fu più lunga, migliorata la qualità audio (con lo sviluppo di nuove versioni dell'ATRAC che nell'ultima versione gestisce 24bit), aveva dalla sua il vantaggio dell'accesso immediato non lineare (grosso limite invece del DCC) e la possibilità di riutilizzare virtualmente all'infinito i supporti.
Curioso il fatto che, proprio in quel periodo, la Sony sviluppò un sistema di audio digitale multicanale per il cinema (esclusivamente per ambito professionale, a differenza di DTS e Dolby) denominato SDDS (Sony Dynamic Digital Sound) che si basa appunto sull'algoritmo ATRAC.
Allego un documento tecnico Panasonic (che collaborò con Philips allo sviluppo dello standard, analogamente come fu con Sony per il CD, tantè che il primo deck commercializzato in Giappone fu una versione del DCC900 ma a marchio Panasonic) che descrive in dettaglio il sistema DCC.
e.. per i più geek...

ecco il datasheet del chip SAA2012 (già appartenente alla seconda generazione, successore del SAA2011 montato sul DCC900 del quale però non ho trovato datasheet) che è il cuore del sistema di registrazione DCC ovvero il chip che si occupa di allocare dinamicamente le informazioni di codifica per le varie bande audio analizzate. Dalle specifiche si apprende appunto che può essere settato a risoluzione da 15 a 18bit (campionamento a 32/44.1/48kHz).