Ampli mono per sub SQ

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ozama
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Re: Ampli mono per sub SQ

#41

Messaggio da ozama »

@Nessuno
Riguardo al Pico, è possibilissimo. Su 2 ohm va in protezione ed interviene in modo pesante il limitatore.
Ti faccio vedere un grafico di misura di ACS, che in pratica mette su due assi cartesiani i numeri che leggi nelle prove, e te lo spiego. Credo che visto “graficamente” il comportamento si capisca meglio.
Tieni sempre presente che:
1) Per la legge di Ohm, la potenza elettrica è il prodotto della TENSIONE espressa in VOLT X la CORRENTE espressa in AMPER. Quindi, variando l’ordine dei fattori, il prodotto non cambia.
2) La TENSIONE MASSIMA che esce dall’amplificatore È PARI ALLA TENSIONE DI ALIMENTAZIONE (al netto della resistenza di caduta dei finali di potenza che per l’esempio possiamo trascurare ma entra in gioco se si parla di FATTORE DI SMORZAMENTO).
3) La TENSIONE che esce dall’amplificatore è COMANDATA DAL SEGNALE MUSICALE.
4) La CORRENTE MASSIMA che esce dall’amplificatore è quella che puó fornire l’alimentatore.
5) La CORRENTE che esce dall’amplificatore è QUELLA CHE RICHIEDE IL CARICO. Non è stabilita dall’amplificatore. È una RICHIESTA DEL CARICO. L’amplificatore PUÓ ESSERE O MENO IN GRADO DI ESAUDIRLA.
Per quanto detto sopra, in particolare al punto 1, se abbassiamo l’impedenza del carico, aumenta la potenza RICHIESTA in uscita dell’amplificatore perchè AUMENTA LA CORRENTE RICHIESTA. E se W è uguale a V X A (mi perdonino i tecnici se non ho scritto P = V X I..), aumentando il moltiplicatore aumenta la potenza che deve erogare l’amplificatore.
Questa è la pagina del test di ACS dell’amplificatore AP4d, che è la versione senza DSP ndell’AP4.9bit che avevo nel mio vecchio sistema audio:
IMG_8265.jpeg
Il primo grafico in alto è quello che ci interessa. Si chiama “Caratteristica di Carico Limite. E mostra quale tensione massima e quale corrente massima puó esprimere il finale, pilotato fino ai primi segni del clipping.
In verticale leggi la CORRENTE IN AMPER. In orizzontale leggi la TENSIONE IN VOLT. La misura è RMS. Ovvero: tensione e corrente efficace.
In DIAGONALE è espressa la POTENZA “RMS”.
Le due curve ROSSE sono il risultato per erogazione CONTINUA (quella più a destra) ed impulsiva (quella più a sinistra). Le due curve BLU sono relative alla prestazione con la configurazione a ponte. Come per le blu, più a destra la CONTINUA e quella più a sinistra è l’IMPULSIVA.
Le posizioni delle curve sono stabilite dal risultato della misura. Per capirci, logico che siano più a destra le “continue” e più a sinistra le “impulsive”. Come è logico che siano più a destra le curve relative alla configurazione “stereo” e più a sinistra quelle relative alla configurazione “mono”.
Il segnale in ingresso è sempre quello necessario a portare l’amplificatore al clipping.
I PUNTINI lungo le curve sono la CHIAVE DI LETTURA: sono i PUNTI DI PROVA PER VARIE IMPEDENZE DI CARICO.
In pratica, l’amplificatore viene pilotato su varie impedenze calanti e ne viene misurata la tensione e la corrente in uscita. Messi i vari punti sul grafico, viene tirata la linea che li unisce. Da 16 a 2 ohm.
Questo, per le 4 condizioni mostrate.
Se osservi, puoi vedere che nella misura a ponte, le curve, invece di salire verticali, “tornano indietro”.
Questo succede perchè aumentando il segnale di ingresso, aumentEREBBE la tensione di uscita, ma il limitatore di sicurezza, dato che l’alimentatore “È FINITO” e non puó più sostenere la corrente richiesta dal carico senza bruciare, ABBASSA LA TENSIONE. Quindi, per quella impedenza di prova (dai 3,2 ohm a scendere, con configurazione a ponte) la potenza di uscita CALA o al massimo RIMANE COSTANTE.
Lo vedi, perchè se osservi, le linee DIAGONALI sul grafico esprimono la POTENZA IN WATT. Che viene poi riassunta sotto: 313 W su 4 ohm e 158 su 2 ohm.
Vedi anche un’altra cosa, dal grafico, MOLTO IMPORTANTE: che LA CORRENTE MASSIMA EROGABILE DALL’ALIMENTATORE È SEMPRE DI CIRCA 9,2 AMPER. Nessuna linea va infatti mai oltre la riga orizzontale dei 10 Amper. Questa è quindi la massima corrente disponibile sul carico, prima che cominci la fase di clipping.
C’è anche un’altra cosa interessante, nella pagina delle misure: la curva di distorsione.
Ma magari ne parliamo in un altro post. ^^
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Re: Ampli mono per sub SQ

#42

Messaggio da Darios »

Ma un Kicker KXA800.1 ?!

C'è una prova del fratello 1200.1

https://www.hifitest.de/test/car-hifi-e ... 8005-16052
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Re: Ampli mono per sub SQ

#43

Messaggio da Nessuno »

@ozama sempre grazie per l'esplicativa disquisizione tecnica, tutta cultura in "saccoccia". :yes: e grazie anche a @Darios per la segnalazione.

Comunque Babbo Natale ha dato il mio regalo alla Befana e me l'ha consegnato oggi🥳

Vediamo se indovinate cosa mi ha portato!😁
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Re: Ampli mono per sub SQ

#44

Messaggio da Darios »

Lo Zapco ? l' Eton ?!
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Re: Ampli mono per sub SQ

#45

Messaggio da Nessuno »

Colpito! E per affondarlo ti dico che è la marca preferita da @Alessio Giomi... 😎
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Re: Ampli mono per sub SQ

#46

Messaggio da The_Bis »

ozama ha scritto: 6 gen 2024, 9:50
Vedi anche un’altra cosa, dal grafico, MOLTO IMPORTANTE: che LA CORRENTE MASSIMA EROGABILE DALL’ALIMENTATORE È SEMPRE DI CIRCA 9,2 AMPER. Nessuna linea va infatti mai oltre la riga orizzontale dei 10 Ampere.
Ardaje... E te l'avrò detto 200 volte... Il problema NON è l'alimentatoreeeee...

Quando si parla si classe D particolarmente compatti bisogna sempre verificare che chip usano. Perche fare un alimentatore che eroghi più di 10Ampere è una minkata!!!! Non stabilizzato poi...

I problemi sono legati alla tipologia circuitale con cui è realizzato l'ampli... Questo concetto vale per la maggior parte dei classe D in commercio (ma non tutti)...
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ozama
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Re: Ampli mono per sub SQ

#47

Messaggio da ozama »

E chi dice il contrario. ^^
Daccordissimo che è il chipset che decide quale delle due filosofie il Costruttore sposa.
L’alimentatore viene poi dimensionato di conseguenza.
Il Costruttore decide se offrire un prodotto da 120 W su 4 ohm che rimangono 120 per tutte le impedenze, oppure un 70 W che diventano 130 su 2 ohm. E sceglie il chipset, e di conseguenza dimensiona l’alimentazione e tutta la parte termica. :yes:
Quello che volevo mettere in evidenza è che non solo il Pico diminuisce la potenza su 2 ohm. Ma anche altri. E dipende dalle scelte che si fanno. Non è per niente un affatto insolito. :)
Le scelte sono sempre:
1) Tensione di alimentazione alta e limitazione in potenza sui carichi bassi, che permette una maggiore erogazione sui carichi alti (stile Mosconi ed Helix), che rimane pressoché costante su carichi bassi (quindi inadatta a carichi bassi e/o reattivi.
2) Tensione di alimentazione bassa e minor limitazione, che a parità di dimensionamento offre mento potenza sui carichi alti ma con una riserva che permette poi una maggiore erogazione su carichi bassi e/o reattivi.
Non c’è un meglio ed un peggio. Dipende da cosa devi pilotare. Se hai un sub da 4 ohm in cassa chiusa nel suo volume ideale e magari con la cella di compensazione, sicuramente un amplificatore del primo tipo lo farà suonare più forte di uno del secondo tipo. Mentre se hai un reflex magari accordato un po’ strano e senza celle, che ha un’impedenza molto capacitiva in piena “zona energetica”, suonerà certamente più forte con un ampli del secondo tipo.
Rimanendo in campo “sub woofer”.
Entrando in campo “full range”, se ci sono dei passivi e senza celle nel sistema, in linea di massima è più indicato il secondo tipo. Se devi pilotare un sistema in attivo, progettato con criterio, in linea di massima meglio un ampli del primo tipo, che a parità di dimensionamento permetterà di ottenere più pressione.
Ho messo come esempio quello che ho messo, perchè la prova è disponibile on Line e facevo presto e bene scrivendo dal telefono. Più tardi se riesco, cerco una prova che evidenzia bene la “prima filosofia”. Ma oggi ho ospiti, e devo cercare tra le riviste. :hmm:
Ciao! :)
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Re: Ampli mono per sub SQ

#48

Messaggio da Nessuno »

@ozama ti seguo ed ho capito pienamente il ragionamento, leggendo i dati di targa quello che ho preso direi che si pone in mezzo alle 2 filosofie progettuali.
Una domanda: i test di ACS si possono reperire, ovviamente acquistandoli, anche scaricandoli in .pdf?

@The_Bis spero ti riprenda bene ed in fretta dal Covid, tieni botta!🤞
Sai che sono un tremendo curiosone, mi potresti indicare qualche buon ampli in classe D per cui non vale la problematica che hai esposto?
Ultima modifica di Nessuno il 7 gen 2024, 14:49, modificato 1 volta in totale.
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Re: Ampli mono per sub SQ

#49

Messaggio da The_Bis »

ozama ha scritto: 7 gen 2024, 8:29 E chi dice il contrario. ^^
Daccordissimo che è il chipset che decide quale delle due filosofie il Costruttore sposa.
L’alimentatore viene poi dimensionato di conseguenza.
Il Costruttore decide se offrire un prodotto da 120 W su 4 ohm che rimangono 120 per tutte le impedenze, oppure un 70 W che diventano 130 su 2 ohm. E sceglie il chipset, e di conseguenza dimensiona l’alimentazione e tutta la parte termica. :yes:
Quello che volevo mettere in evidenza è che non solo il Pico diminuisce la potenza su 2 ohm. Ma anche altri. E dipende dalle scelte che si fanno. Non è per niente un affatto insolito. :)
Le scelte sono sempre:
1) Tensione di alimentazione alta e limitazione in potenza sui carichi bassi, che permette una maggiore erogazione sui carichi alti (stile Mosconi ed Helix), che rimane pressoché costante su carichi bassi (quindi inadatta a carichi bassi e/o reattivi.
2) Tensione di alimentazione bassa e minor limitazione, che a parità di dimensionamento offre mento potenza sui carichi alti ma con una riserva che permette poi una maggiore erogazione su carichi bassi e/o reattivi.
Non c’è un meglio ed un peggio. Dipende da cosa devi pilotare. Se hai un sub da 4 ohm in cassa chiusa nel suo volume ideale e magari con la cella di compensazione, sicuramente un amplificatore del primo tipo lo farà suonare più forte di uno del secondo tipo. Mentre se hai un reflex magari accordato un po’ strano e senza celle, che ha un’impedenza molto capacitiva in piena “zona energetica”, suonerà certamente più forte con un ampli del secondo tipo.
Rimanendo in campo “sub woofer”.
Entrando in campo “full range”, se ci sono dei passivi e senza celle nel sistema, in linea di massima è più indicato il secondo tipo. Se devi pilotare un sistema in attivo, progettato con criterio, in linea di massima meglio un ampli del primo tipo, che a parità di dimensionamento permetterà di ottenere più pressione.
Ho messo come esempio quello che ho messo, perchè la prova è disponibile on Line e facevo presto e bene scrivendo dal telefono. Più tardi se riesco, cerco una prova che evidenzia bene la “prima filosofia”. Ma oggi ho ospiti, e devo cercare tra le riviste. :hmm:
Ciao! :)
Tu prima parlavi di alimentazione eh... Sennò non avrei scritto...

Togliamo l'alimentatore dell'equazione.

Il tema non è relativo a come il costruttore DECIDE di configurare il sistema, ma da come viene configurato il chip monolitico che viene utilizzato per creare il tutto.

Cercando di semplificare al massimo:

Un classe D si può fare utilizzando questi chip di cui appena ho un po' di tempo posso darvi un po di codici, che sono sostanzialmente in grado di fare l'amplificazione "da soli" (li riconoscete perché sono solitamente SMD) per cui non si dissipano come i tradizionali finali di amplificazione avvitandoli al dissipatore, ma mettendo a contatto il pcb con il dissipatore. Solitamente sono montati nel retro del pcb per cui guardando l'ampli sembra sia senza finali.

A memoria mi pare siano moduli da 2 o 4 canali fatti per andare fino a 2ohm ma spesso vengono configurati già a Ponte per avere più potenza. Da qui ci si spiega perche molti classe D ultra compatti non vanno a 2 ohm.

Poi ci sono i classe D che invece hanno il chip di pilotaggio (chiamiamolo Driver) ma che pilota dei veri finali, per cui più componenti, più spazio occupato ma ovviamente un comportamento che è molto più simile ad un finale classico...

Ora per dirvi cosa è fatto in un modo e cosa è fatto in un altro bisognerebbe dedicare del tempo ad aprire e studiare tutti gli ampli. Perché le combinazioni sono tante e non è detto che poter mettere a ponte due canali o prendere più watt andando su 2ohm sia necessariamente indicatore di una specifica soluzione circuitale.

L'unica cosa certa è che solitamente soluzioni in classe D che non posso essere messe a ponte e/o che non possono andare a 2ohm (il fatto che non guadagnino potenza a 2ohm per me corrisponde a non poter andare a 2ohm) denotano l'utilizzo di finali integrati già configurati in bridge. Questo comporterà anche un DampingFactor ridotto.

Naturalmente la soluzione si adotta per un semplice e banale motivo... Costa poco ed occupa poco spazio... Funzionando cmq dignitosamente e con efficienze molto elevate.
Classe D da 1 o 2 canali soprattutto di potenza elevata non credo, ma non ho mai investigato abbastanza, possano sfruttare soluzioni come quelle citate in precedenza per cui credo siano anche le soluzioni meno soggette alle limitazioni di cui si parlava...

Una cosa è certa, la vecchia e sacrosanta abitudine del passato di puntare il dito sull'alimentatore quando un ampli non reggeva i carichi a bassa impedenza, con i classe D moderni è da mettere da parte... Con le efficienze di un classe d, fare alimentazioni in grado di erogare un quantitativo più che sufficiente di Ampere non è affatto un problema...

Semmai ti trovi in difficoltà quando hai bisogno di fare tanti VOLT. Perché purtroppo i condensatori diventano più grandi e/o le loro capacità più piccole... Per cui le sezioni di filtraggio diventano più ingombranti...
I trasformatori devono avere più avvolgimenti per cui ovviamente anche le dimensioni non possono rimanere troppo piccole, diodi e mosfet dovranno reggere più ampere per cui magari invece di una coppia dovrai metterne due... Insomma la questione si complica di più (parlando sempre di alimentazione) se devo fare un monofonico da 1000watt che un 4 canali da 100watt.

Ma vabbè, mi interessava solo che passasse il concetto che quando si parla di classe D bisogna cambiare un po' approccio, bisogna capire come le cose sono fatte e perché, prima di considerare che un certo comportamento denoti un limite di qualche tipo.

Poi non escludo che ci sia anche il caso dell'ampli con l'alimentazione schifosa, ma tra i brand rispettabili che si trovano sul mercato che fanno classe D potete stare sereni non è un problema di Volt o di Ampere.
È semplicemente che cosí funziona quel Ampli. Perché deve essere piccolo, potente ed efficiente sennò voi, che oggi vi lamentate che non vanno su 2ohm, o non si possono mettere a ponte, o hanno poco DampingFactor, vi lamentereste che sono troppo grandi e poco efficienti.

Pensateci...

;)
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Re: Ampli mono per sub SQ

#50

Messaggio da ozama »

Eh, beh, certo. ^^
Alla fine è sempre un compromesso.
Nel caso dell’ampli postato, il chipset è Texas e pilota finali esterni. E riesce a rimanere molto piccolo. Tuttavia, su 4 ohm fa 70/80 W. Altri, di dimensioni simili o poco maggiori, su 4 ohm ne fanno oltre 100 X 4. :yes:
Quando avevo quell’ampli, infatti, scelsi woofers da 3 ohm. :)
Ed ora ho addirittura un 6 canali, in classe D, di piccole dimensioni. Scelto anch’esso valutando quello che per me è il giusto compromesso. :yes:
È proprio per dire che non è detto che quello che cala su 2 ohm è da scartare, che ho scritto tutta quella spadellato di parole. ;)
Ciao! :)
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Re: Ampli mono per sub SQ

#51

Messaggio da Nessuno »

E' arrivato, non potevo dirgli di no!
Grazie a tutti per i consigli ragazzi :yes:
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