Innanzitutto, Manu, mi scuso ancora.
Dato che marsur non ha nemmeno capito il senso del mio intervento, oltre ad aver sparato altre sentenze e conclusioni deliranti, continuando a pensare di essere così importante da essere in qualche modo da me perseguitato, lo ignorerò completamente. E spero che lui faccia lo stesso, così siamo tutti contenti.
Veniamo al suono del dac.
Un lettore CD "tradizionale" estrae il clock, ovvero il segnale di tempo a cui tutti i segnali digitali sono sottoposti per poter avere un senso, dalla traccia incisa sul disco secondo il protocollo "Red Book". Stabilito da Sony e Philips negli anni 80.
Questo segnale è una "stringa di parole". Una "forma d'onda elettrica" che contiene alternativamente il canale destro e sinistro, che scorre in uscita dal pickup laser senza soluzione di continuità, passando per il circuito di correzione in tempo reale. E poi, per il convertitore. Che quindi lavora con il clock che ricava esso stesso direttamente da ciò che gli arriva. "Dalle gobbe della forma d'onda", studiata [ERRORE!!!]. E riproduce i canali destro e sinistro con qualche micro secondo di differenza temporale.
Quello appena descritto, è naturalmente il funzionamento della catena digitale CD della prima ora. E funzionava così, sia con il sistema di conversione a pesi binari, con o senza sovra campionamento, sia con il sistema "singolo bit".
Si sono poi succeduti diversi step tra cui, molto significativo, uno sviluppo di Meridian. Che inventò un sistema basato su una memoria fifo (riferito alla parola in bit: una entra/una esce) ed un clock generato localmente, per sincronizzare il convertitore in modo indipendente dalla intrinseca instabilità della lettura diretta real time. Utilizzava addirittura una meccanica informatica "2X", modificata, per avere il tempo di scandire le parole leggendole a velocità doppia.
E diede il via, dati inrisultati, ad un nuovo step evolutivo.
Esistono ormai molti modi di rigenerare il clock dal segnale proveniente dal CD. E diversi sistemi che funzionano con metodi che spesso si ri fanno all'antico "principio Meridian". E la loro bontà, che SI È EVOLUTA NEL TEMPO, determina, fra le varie cose, l'"immunità" dal jitter. Ovvero, l'errore temporale da clock sballato. Ovviamente "immunità" è una parola grossa. E non tutti insistemi sono egualmente efficaci.
Quando il segnale digitale viene trasformato in analogico, il segnale di clock è importantissimo. Perchè è quello che concorre a GENERARE la forma d'onda ("generare" non è casuale) assieme all'ampiezza, stabilita dal numero dei bit combinati nella parola.
Fra le varie cose che negli anni sono cresciute, c'è la consapevolezza che il clock deve essere estremamente preciso. Tanto più quanto è elevata la frequenza di campionamento del segnale. Quindi, è INTRINSECO che un convertitore capace di generare segnali analogici a partire da segnali digitali campionati a 192 KHz, vanti un'ottima precisione a 44,1 KHz. Sennò non potrebbe lavorare a Fs superiori per la "somma di errori" che si genererebbero.
Il basso jitter intrinseco (rispetto ai convertitori anni 90) è, per studi ed ascolti pubblicati dalla stampa tecnica (articoli della AES) e di settore, il maggiore responsabile della pulizia dei fronti di attacco/rilascio (quindi dei transienti) e della precisione delle basse frequenze. Nonchè del dettaglio e del suo rapporto con la "fatica di ascolto", alle alte frequenze.
Una cosa fondamentale da capire, che rende piuttosto intuitiva l'esistenza del "suono dei chipset", è la parola che ho messo in maiuscolo nel testo: GENERARE IL SEGNALE.
Mi perdonino gli ingegneri se semplificherò la cosa a livello "visuale". Vorrei che si capisse "il principio".
Il segnale digitale CHE SI OTTIENE DAL LASER DI UNA MECCANICA CD, è una sequenza di segnali elettrici "analogici" uguali ed opposti, che rappresentano gli "1 e 0". Questo segnale, che ha una forma d'onda "squadrata" di pieni e vuoti (gli 1 e 0), una volta "interpretati", costruisce un segnale NUOVO. Che è tanto più SIMILE all'originale campionato, quanto più questo è stato adeguatamente campionato e trasportato (includendo nel trasporto il CD e la sua meccanica di lettura) e quanto questo viene "capito" dal convertitore DA.
Il convertitore deve quindi lavorare con un clock preciso e deve riuscire a "capire" se qualche quadrato è mancante o in eccesso (ad esempio, in astratto ed "al limite", se ci sono più segnali uguali di seguito, se il clock è sballato, si può faticare a determinarne il numero esatto).
In conclusione di questa chiacchierata, spero in qualche modo "chiarificatrice" di alcuni "fenomeni digitali", vorrei fare le mie PERSONALI considerazioni sui motivi per cui si sentono differenze.
Le meccaniche non sono tutte uguali. Ma la loro precisione, è intuibile da quanto detto in precedenza, è più influente con i convertitori di vecchia generazione (da cui, Synagryda, la sinergia tra il tuo lettore Pioneer, dalla sofisticata meccanica, ed il proprio convertitore, ai vertici dell'epoca per l'originale principio di funzionamento).
Il trasporto del segnale è importante (e per la precisione, salvo ambienti difficili dal punto di vista elettro magnetico, come la macchina, è considerata universalmente prefribile la spdif elettrica).
Il chipset del convertitore fa la differenza tanto più la meccanica è imprecisa o tanto più il CD è rovinato (o stampato o masterizzato poco accuratamente, originando errori).
Infine, una volta che il segnale analogico è generato, conta anche la sezione di uscita del convertitore, che non deve aggiungere rumore o distorsione e deve avere parametri di interfaccia adatti al corretto accoppiamento con lo stadio/componente successivo.
La sezione di uscita è forse il parametro che più distingue i convertitori alto di gamma, a parità di chipset di conversione.
Ultima ma non ultima è l'alimentazione. Sempre ben curata sugli apparecchi alto di gamma. Che deve essere stabile per non essere modulata dai segnali, sporcandoli a sua volta. Perchè ad ogni nuovo stadio analogico, il segnale è costituito dalla modulazione della tensione di alimentazione da parte del segnale dello stadio precedente.
Quindi, perchè il basso è più preciso e privo di code, che il suono è più definito, che l'immagine è più alta e focalizzata sul cruscotto? Perchè il Project, progettato per segnali di fs più alta e "immune" al jitter generato dalla meccanica del cambia CD, riesce a generare un segnale più preciso, rispetto al vecchio chipset dell'Alpine.
Perchè in casa questa cosa è meno percepibile? Perchè il tuo lettore Pioneer ha una meccanica estremamente migliore di quella dell'Alpine, che ha ben altre priorità, dato che deve essere costruita per poter caricare rapidamente i CD dal caricatore e per non saltare durante la marcia.
Ne ho riparate diverse eh.. Le meccaniche "car" non hanno alcun sistema di stabilizzazione della rotazione del disco, ne tanto meno un sistema anti vibrante che impedisce ai CD di "svergolare" durante la rotazione (da 600 a 400 giri/minuto), mettendo il laser in condizioni di difficoltà e causando modulazioni della corrente che alimenta i sistemi magnetici di spostamento della lente. Quindi, tra la modulazione della tensione di alimentazione conseguente e la continua correzione degli errori chiamata in causa, se il convertitore non può costruire un segnale di clock decente, il suono si degrada.
Quindi, se l'uscita digitale è ben gestita, ben venga un convertitore con generazione locale del clock. Per cui, MODERNO e capace di lavorare con alte FS.
E probabilmente avrai capito perchè in casa le cose vanno diversamente: il tuo Pioneer PD-M, ha ben altra meccanica!
Addirittura, se non erro, col platorello largo. E, tranne che i dischi non siano rovinati o male stampati, la funzionalità di clock indipendente del Project, sarà molto meno influente. E, siccome anche lo stadio di uscita ANALOGICO del tuo lettore sarà sicuramente migliore di quella del Project, ulteriori vantaggi del primo, verranno ulteriormente sminuiti.
E il convertitore alto di gamma che hai testato senza successo? Beh, mi pare semplice: non è complessivamente migliore di quello interno al Pioneer. E non ha nemeno il vantaggio di un clock più preciso, perchè il suo chipset non è moderno.
Scusate la lunghezza del post. Ma per spiegare il perchè di certe differenze e delle mie "certezze" sul risultato, era necessario spiegare a chi non le conosce, alcune peculiarità di funzionamento dei convertitori AD. E come si sono evoluti nel tempo. Con buona pace di chi "non ci crede".
Si tratta di cose tecniche. Non di opinioni personali. Differenze che esistono e che caratterizzano il suono
delle macchine progettate per sfruttarle. Quelle buone e dei costruttori seri.
E ci sono quelle buone anche economiche. Che concentrano il budget nella cosa più importante: il
chipset, il clock, il circuito di ricezione dei segnali digitali. Riducendo al minimo il percorso del segnale analogico in uscita, dato che non possono permettersi circuiti sofisticati ed alimentazioni ridondanti.
Windorf: è possibile che tutti i nuovi PC si siano standardizzati sull'AC97?
Altra cosa: come hai condotto il confronto? Usando l'uscita analogica della scheda madre confrontata all'uscita analogica del lettore CD?
Strana sta cosa eh.. sulla mia auto, leggere un file waw e lo stesso in MP3, dalla chiavetta USB, e per di più attraverso la sorgente di serie collegata in analogico al DSP, comporta delle differenze, prevalentemente sullo stage. Ma anche sulla gamma bassa.
Come hai ricavato gli mp3 dai CD?
Ciao!