Esattamente..
E purtroppo, in auto, dove sei seduto da un lato, e dove gli altoparlanti del sistema sono posizionati a distanze diverse dalle orecchie, per fare in modo che ti si presenti l’effetto stereo, ma anche solo per fare in modo che le vie dello stesso canale si fondano bene e che gli altoparlanti non siano identificabili (quindi per il timbro e la sensazione spaziale) e che il suono non abbia punti nei quali si cancella sui segnali monofonici tra canale destro e sinistro (provocando la sensazione che a tratti la voce sia divisa in due, per esempio), è NECESSARIO adottare i ritardi temporali.
Questo problema è talmente evidente che su molte auto moderne, per ridurre questo effetto e rendere piú piacevole l’ascolto ad entrambi i passeggeri anteriori, i costruttori, invece che i ritardi temporali, che sono molto piú efficaci, ma sono (per un uso generale) inaccettabilmente efficaci solo per il passeggero su cui sono “centrati”, adottano i filtri passa tutto sulle anomalie piú importanti. Questi filtri non sono altro che le celle di ritardo che diceva Niko, ma in questo caso implementate in modo piú semplice: tipicamente soltanto una per canale, sulle frequenze alle quali avvengono le cancellazioni principali. Naturalmente sono implementate in modo elettronico.
In pratica, data la posizione dei sedili, ci sono frequenze e multipli pari delle stesse, che arrivano dai due canali in contro fase netto agli ascoltatori, per una questione di fisica della propagazione del suono.
Sulla prima frequenza critica (per esempio circa140 Hz, 2,45 m di lunghezza d’onda, che /2 fa 1,225: la distanza tipica orecchio del pilota/woofer destro, in un abitacolo da auto di segmento B) viene applicato il primo filtro, sul canale sinistro. In modo che quella frequenza non vada in contro fase per il sedile sinistro. Sulla seconda frequenza critica (per esempio 440 Hz, 0,78 m di lunghezza d’onda, il cui primo multiplo pari nello stesso abitacolo finisce in contro fase sul sedile destro) viene applicato il secondo filtro, sul canale destro. In modo che quella frequenza non vada in contro fase col sinistro per il sedile destro.
Queste frequenze sono in una zona dove ci sono le fondamenatali di molti strumenti ad alta energia (percussioni, basso..) e della voce. E l’azione dei due passa tutto riduce l’effetto di fastidio e migliora la pressione sonora nella zona piú energetica della musica.
Tuttavia, questa strategia non permette la ricostruzione del segnale originale. Si limita a ridurre il fastidio su alcune frequenze critiche per rendere piú efficiente un impianto di serie, per tutti gli occupanti dell’abitacolo. E rende la vita molto difficile a chi invece vuole modificare l’impianto per farlo funzionare secondo i canoni tradizionali: con un timbro decente e con l’effetto stereo inciso realmente nella traccia.
Tra le auto nelle quali c’è documentazione su queste strategie, ci sono le Toyota. Ma qui sul forum abbiamo verificato, grazie alle misure di un utente, che sono implementati anche su Dacia. Nella fattispecie, si parlava di un impianto su Duster 2a serie.
Io ho una terza serie e posso affermare senza tema di smentita che ci sono anche sulla mia. E sarà una grana da risolvere, quando implementerò l’impianto, che avrà base sulla sorgente di serie, dato che è impossibile sostituirla.
Toccherà utilizzare una seconda sorgente parallela.. Ma questo è largamente OT.
Tu hai la fortuna di poter mettere una radio after market.
Ti consiglio di acquistarne una con i ritardi temporali, oppure, estremamente piú consigliato, di installare un DSP e fare tutto da lì.
Qui c’è un video dove si spiega, con un DSP Audison della serie AF, come contrastare questi filtri in una Toyota, grazie all’equalizzatore di ingresso dello stesso:
https://audison.zendesk.com/hc/en-gb/ar ... AND-DELAYS
È molto interessante, anche perchè, leggendo in generale in quel link, puoi avere un’idea del metodo di lavoro, quando c’è un DSP.
Non fraintendere: i filtri passivi “non sono passati di moda”. Affatto. Sui sistemi piú pregiati, sui quali vale la pena perdere tante ore, occupare tanto spazio e spendere tanti soldi in componenti, sono un must. Ma su sistemi basici o anche piú pretenziosi ma non “top”, sono la soluzione sicuramente piú efficace. E in alcuni casi (quando c’è una sorgente di serie inamovibile) sono anche l’unica soluzione possibile per arrivare ad un livello di decenza per il quale vale la pena spendere tempo e qualche soldo.
Ciao!