Chiedo scusa a synagrida se divago un po', ma tutto sommato penso che la discussione stia prendendo una piega che non mi fa risultare poi troppo OT, almeno spero.
guttadax ha scritto:Piccolo pensiero di un niubo con orecchio poco allenato e che non ha mai ascoltato impianti milionari, ma solo strumenti dal vivo!
Beh ma scusa, se la tua esperienza di ascolto è prevalentemente "live", allora come fai a parlare di "stage"?
Non dirmi che riesci SEMPRE a prenotare i posti a centro sala e sufficientemente distanziati dal palco?
Oppure che a un concerto rock *qualsiasi", tu riesca ad andare oltre quei due parametri di base a cui accenno poco qui sotto.
Io sono D'ACCORDISSIMO che la musica, prima di tutto, si ascolta dal vivo, e che qualsiasi sua riproduzione artificiale è sempre un compromesso.
Ma ora, parliamo di "stage".
Che "stage" può avere un concerto rock?
Nessuno, al di là dell'essere "alto" e "provenire da davanti".
E questo vale per TUTTA la musica
amplificata, indipendentemente dai generi.
Gli unici generi che consentono, *entro certi limiti* di parlare di disposizione spaziale degli strumenti, sono la classica, la cameristica, l'opera; molto ma molto limitatamente anche il jazz acustico.
Ma tutto dipende al 100% da come è stata fatta la ripresa, quanto più o meno è stata voluta nel dettaglio.
E ora arriviamo alla *posizione*.
A parte gli "assoli", o gli attacchi individuali, a meno di una registrazione che abbia VOLUTO andare in dettagli profondi (e ce ne sono POCHISSIME), è ben difficile andare a discriminare il punto di provenienza di uno strumento, già in sala da concerto.
In auto, ma anche in casa, figuriamoci... se succede, o è stato voluto in fase di registrazione, e allora lo si sentirà con pressoché quasi qualsiasi impianto appena decoroso (al lordo della timbrica, ovviamente) oppure è qualcosa che con ogni probabilità, ad un ascolto in cieco, non si riscontrerà più (nessuno si senta offeso, ci sono passato anch'io da lì, è un percorso che fa, o dovrebbe fare, ogni "audiofilo").
Per cui ci si ritrova con la concreta possibilità di volersi ammazzare di fatica per ottenere un risultato tra l'irraggiungibile e il mistificante.
Detto questo, concordo in pieno sul "marsur-pensiero" che quello che conta, alla fine, è la my-fi, ed è di nuovo per il medesimo motivo che insisto nel non condividere la tassatività dell'obbligo del DSP in auto.
Tutto quanto sopra, ovviamente, è il mio pensiero, non lo impongo a nessuno ed è lì esposto in dettaglio per discuterlo a piacimento con chi voglia (vabbè, non proprio con chiunque, ci sono quelle due/tre eccezioni).
Io sono per lo ius culturae al contrario.
Al primo "se io avrei" vai fuori dai c@glioni