Capito.
Allora, per la funzione “Accordo”, direi che non è altro che l’auto taratura che fa qualsiasi amplificatore audio/video commerciale da 25 anni a questa parte, con prestazioni crescenti negli anni e che dipende molto dall’interfaccia altoparlanti/stanza che ti ritrovi in casa.
Utilizza sweeppate ed impulsi per determinare i tempi di volo e la risposta in frequenza di ogni singolo speaker, per poi regolare equalizzazione, ritardo temporale ed incrocio con il sub.
L’efficacia di questi sistemi è subordinata molto al tipo di difetti che si riscontrano nell’ambiente, relativamente alla posizione ed orientamento altoparlanti.
Questo tipo di procedura, se mostra almeno i risultati parziali, a condizione che sia utilizzato un microfono adatto e che sia posizionato correttamente, e con accorgimenti atti a simulare la posizione della testa e della presenza del torso (che sono le due cose che influenzano di piú la misura, nella mia esperienza personale) può effettivamente semplificare le scelte di orientamento e posizionamento degli altoparlanti.
Difficilmente si può arrivare ad una vera taratura semplicemente affidandosi ad essa, perchè, a differenza di un sistema domestico, nel quale le “casse” costituiscono un sistema completo con un crossover già progettato, in auto sei tu che “progetti il crossover”. Quindi, valutare la correttezza di un incrocio, verificando la somma delle vie, è cosa parecchio difficile per una procedura automatica. Tuttavia è sicuramente possibile raggiungere un risultato di approssimazione.
Altra cosa che non si riesce a fare in automatico, è valutare quali “buchi” è possibile “riempire” con l’equalizzazione e quali no. Ed anche qui, un parziale automatismo può aiutare, se ti permette di fare delle valutazioni e se sei in grado di farle, avendo una base teorica personale.
Ma le migliori intelligenze artificiali forse qui stanno migliorando..
Altra cosa ancora è scegliere quale strategia di incrocio/equalizzazione è piú efficace, tra due o tre che portano alla stessa risposta in frequenza misurata e alla apparente stessa correttezza delle somme tra le vie. È una cosa che si può approfondire, ma già il post sta diventando illeggibile..
Insomma: di sistemi domestici molto efficaci ce ne sono, tipo gli “Odissey” di ultima generazione o il Dirac, o altri utilizzati da vari Costruttori. Ma applicarli in auto tra vie separate da incrociare, a distanze diverse e con ostacoli diversi sul percorso, è veramente difficile.
Detto questo, per un tuning che certamente sarà migliore di quello che può fare ad orecchio una persona inesperta, il sistema riguarda LA PARTE DI USCITA del DSP.
Quello che probabilmente non hai invece capito, cerco di individuarlo io.
Se ascolti con una sorgente lineare, sia essa connessa via analogica, via digitale elettrica o ottica, via Bluetooth (al netto della qualità di questo sistema), ascolti effettivamente la taratura di cui abbiamo parlato.
Se invece ascolti con la sorgente OEM all’ingresso, devi tenere conto che questa non è progettata per essere collegata ad un altro impianto, ma per essere collegata all’impianto esistente prima che tu installassi il DSP, gli amplificatori, e cambiassi gli altoparlanti. E le elaborazioni sul segnale che adotta, devono essere contrastate al fine di renderla lineare. Altrimenti si sballa tutto il lavoro fatto.
Difatti, anche la sorgente OEM piú semplice e basica, come quella di un Panda, come minimo è equalizzata per gli altoparlanti OEM, basandosi oltre tutto sul fatto che la potenza disponibile è limitata.
Per cui avrà un’equalizzazione fissa per sopperire alle mancanze e deformazioni del suono dovute all’impianto e all’abitacolo, ed avrà molto probabilmente anche un sistema di “soppressione dei bassi” mano a mano che alzi il volume, per ridurre la distorsione dovuta alla scarsa potenza quando alzi. E qualche volta c’è un vero e proprio “loudness” automatico spesso non escludibile, che varia con la posizione della manopola del volume ed anche con la velocità dell’auto (nella Panda con la Uconnect Delphi e nella Grande Punto dal 2012 in poi, per mia esperienza questa funzione è disinseribile, in altri sistemi invece no).
In casi un po’ piú “gravi”, per simulare una “scena sonora” per entrambi i passeggeri anteriori senza canale centrale, è presente su di un canale anteriore anche un “filtro passa tutto”. Che è un filtro che provoca una inversione della fase del segnale in una zona dello spettro, calcolata sulla larghezza dell’abitacolo e la distanza tra i sedili, che genera una sorta di “ritardo temporale” reciproco che permette di percepire al centro del cruscotto i segnali “monofonici” ad entrambi gli occupanti dei sedili anteriori.
Ed è una L caso delle Toyota, per esempio, sia con che senza impianto “JBL”.
I segnali “monofonici” sono quelli presenti in egual ampiezza e fase su entrambi i canali. Per esempio: la voce del cantante o la cassa della batteria ed altri strumenti solisti, che risultano al centro della scena durante la riproduzione con un impianto stereo ascoltato dalla posizione “canonica” centrale del divano.
L’effetto ricreato in auto con questo stratagemma sballa l’effetto stereo originale, che in macchina può essere percepito da una sola persona per volta e grazie ai ritardi temporali VERI, equalizzazione asimmetrica e spesso anche orientamento asimmetrico degli altoparlanti. Ma da la sensazione piacevole che non da un impianto car audio privo di ritardi. E la da ad entrambi i passeggeri.
Poi ci sono i casi nei quali l’impianto utilizza un DSP sofisticato vero e proprio in modo profondo e non è escludibile. Ad esempio, quando è presente un ampli esterno non rimovibile, con uscite filtrarle come in un sistema after market. E per ricavare un segnale stereo lineare per pilotare l’impianto after market è necessario miscelare le vie e contrastare ampiezza e fase all’incrocio.
Queste cose si contrastano nel nostro DSP after market con l’equalizzazione di ingresso, che può essere del tipo in ampiezza nei DSP piú semplici che c’è l’hanno (ci sono anche quelli che non hanno proprio niente), e che può includere i passa tutto ed i ritardi temporali, in quelli piú sofisticati.
Negli Helix ad esempio c’è un sistema semi automatico che permette di effettuare la misura con il software e le correzioni manuali. Quindi verificare il risultato con nuove misure, e cosí via.
Negli Audison (che io sappia, solo serie AF o comunque quelli che vanno con il nuovo software “Bit Drive”) c’è una procedura completamente automatizzata che promette di correggere queste cose.
L’efficacia chiaramente non la conosco non avendola mai testata. Tuttavia dipende certamente dalla complessità necessaria per la manovra ed ha una maggiore speranza di essere efficace, dato che in mezzo non c’è l’ambiente e la posizione di ascolto, che sono il problema in assoluto peggiore da affrontare per una “intelligenza artificiale”.
Spero di aver individuato il problema e chiarito i tuoi dubbi.
Peccato non poter seguire questi webinar. Almeno fossero sottotitolati.. Questo denota lo scarso interesse di Audison per il mercato interno. Che sicuramente è di gran lunga meno interessante di quello internazionale.

La maggior parte degli installatori italiani penso che sia nella fascia dei 45/60 anni, dato che proviene dagli anni 80/90. Non molti conosceranno l’inglese..
Triste realtà, l’ignoranza diffusa in lingue straniere della mia generazione. Senza far di tutta l’erba un fascio, naturalmente.
Ciao!
