Passando da una coppia di altoparlanti a due coppie uguali in parallelo va ritarato il gain?

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Mattia890
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Passando da una coppia di altoparlanti a due coppie uguali in parallelo va ritarato il gain?

#1

Messaggio da Mattia890 »

Buonasera...credo che la risposta alla domanda sia appunto "SI" , che naturalmente se due altoparlanti uguali vengono messi in parallelo va ritarato il gain...
Io lo avevo impostato per una coppia sola,ma adesso che ho fatto il parallelo mi chiedevo se il gain va ritarato...o meglio,se va leggermente abbassato o alzato...
Di certo credo che andare ad aumentarlo e sbagliato...al massimo credo che si possa provare ad ascoltare le due coppie in parallelo con il gain impostato nel modo di quando suonava una sola coppia,e in caso la pressione sia cmq troppo elevata si può cmq abbassare il gain...
Vorrei capire se in una situazione simile il gain va abbassato oppure se deve rimanere nella stessa posizione di quando lavorava una sola coppia? Credo si possano fare una delle due cose...andare ad aumentarlo forse per logica non va bene,dato che da 4 a 2ohm la pressione e i db aumentano,e dunque se già era tarato al limite della distorsione per la singola coppia...quando se ne mettono due in parallelo e già un miracolo se il suono non distorce mantenendo gli stessi volumi di sorgente e ampli.
Possono esistere casi dove una coppia di altoparlanti vanno in distorsione al 50 per cento del gain..mentre mettendoli in parallelo come per magia non vanno in distorsione e addirittura si può salire ancora di più?
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Alessio Giomi
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Re: Passando da una coppia di altoparlanti a due coppie uguali in parallelo va ritarato il gain?

#2

Messaggio da Alessio Giomi »

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Re: Passando da una coppia di altoparlanti a due coppie uguali in parallelo va ritarato il gain?

#3

Messaggio da Etabeta »

Ciao,
come sempre in questi casi la risposta viene da sé avendo chiari i principi su cui si basa la regolazione del gain di qualsiasi amplificatore (vedasi thread sul tema sopra linkato).
Quindi, molto semplicemente, avendo nota l'impedenza di carico applicato sull'amplificatore (ad esempio 2Ω) si verifica, nelle specifiche fornite dal costruttore, quale potenza (potenza nominale, effettiva, ovvero potenza massima "indistorta") è dichiarata per quell’impedenza e su quel valore si calcola la tensione Vrms di riferimento per la regolazione della sensibilità/gain.

Ad esempio, nel caso di carico di 4Ω, se la potenza nominale (dichiarata su 4Ω) è 100Wrms (quindi 20Vrms su 4Ω) e, nel caso di carico 2Ω, la potenza nominale dichiarata è (esempio) 180Wrms (quindi 18,9Vrms su 2Ω) ecco quindi che, passando da 4 a 2Ω andrà abbassata la sensibilità.
Chiaramente, invece, se la potenza nominale dichiarata su 2Ω fosse esattamente doppia rispetto che su 4Ω allora non occorrerà modificare la regolazione della sensibilità.
Ciò dipende dalle caratteristiche dell'amplificatore. Va tenuto sempre presente che, tranne nei casi di amplificatori costruiti con sezione di alimentazione, e stadi finali, "massicci" la potenza (nominale, ovvero potenza massima indistorta) non raddoppia al dimezzarsi dell'impedenza di carico (mi riferisco in particolare ad impedenze di basso valore come 2Ω) per via del raggiunto limite di corrente erogabile, limite sotto il quale occorre stare e mai superare, pena: la distorsione.

Concludendo, per rispondere alla domanda "se abbasso l'impedenza di carico devo alzare o abbassare la sensibilità (ovvero il gain/guadagno)" la risposta è:
Alzare mai, ma eventualmente abbassare in relazione alla potenza nominale dichiarata su quel valore di impedenza.
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Mattia890
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Re: Passando da una coppia di altoparlanti a due coppie uguali in parallelo va ritarato il gain?

#4

Messaggio da Mattia890 »

Infatti ho dovuto leggermente abbassare...ora mi trovo leggermente sopra il primo quarto del gain....
Inoltre non so se è la sezione adatta per chiedere un ulteriore parere riguardo il gain...
Riguardo il subwoofer,un gzhw 3000 spl,non sono mai andato alla ricerca della distorsione per quanto riguarda la taratura,poiché dato che non faccio spl,e dato che amo amalgamare il sub nella maniera tale che ti accorgi della sua presenza solo se lo spengo..non ho dunque mai tarato il gain...semplicemente a orecchio lo ho alzato leggermente giusto per fonderlo con tutto il resto.
Oggi ho voluto provare a spingere questo sub legnone per valutarlo un po'...e con mio stupore mi sono trovato a portare il gain al massimo senza sentire nessuna distorsione...e utilizzando un oscilloscopio economico ,l onda e rimasta perfettamente sinusale e tonda...mai diventata quadra ..
La sorgente e tarata al 80 per cento ..30 di 40...
Vorrei capire in questi casi se uno potrebbe anche lasciare tutto così..oppure anche se non distorce di non arrivare mai con il gain a fine corsa?..prima lo avevo a ore 11 della manopola...è consigliabile comunque non superare la metà?..oppure potrei tenerlo tranquillamente a ore 2 o 3 magari?..senza raggiungere il max...
Come ci si regola nei casi dove un sub non va in distorsione?..
Le subsoniche sono tagliate a 80,box da 100 litri ,subsoniche tagliate a 30 e boost completamente spento...
Gli ampli sono due crunch in bridge/slave..due classe d i modelli 4400.1d..2200wrms a 1ohm a bobina
Potrebbe essere colpa del boost spento che appunto il sub non va in distorsione?..
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Etabeta
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Re: Passando da una coppia di altoparlanti a due coppie uguali in parallelo va ritarato il gain?

#5

Messaggio da Etabeta »

Non è possibile dare una risposta oggettiva in quanto mancano i riferimenti.
La procedura, o metodo, di taratura della sensibilità serve proprio per evitare gli errori e approssimazioni in cui ci si imbatte quando si effettua la regolazione "ad orecchio".

Di per se riferimento del tipo "La sorgente e tarata al 80 per cento ..30 di 40.." non costituisce un'informazione utile, cioè non può essere preso come riferimento di una ipotetica unità di misura.

Non è nemmeno indicativo prendere come riferimento il fatto che con una regolazione "x" piuttosto che "y" sia udibile oppure no distorsione in quanto, comunque, è ignoto il livello della traccia riprodotta (che comunque, se è un brano musicale, varierà istante per instante) come pure il livello di uscita della sorgente (sia in relazione alla regolazione del volume sia come livello massimo).
Nemmeno la visualizzazione tramite oscilloscopio più essere presa come riferimento assoluto e preciso in questo contesto senza che siano note le altre variabili tenendo anche conto che, prima che sia visibile (riproducendo un tono sinusoidale) graficamente la distorsione questa sarà già ben oltre il 2-3% (per una misura, precisa, di distorsione "alla cieca" occorre usare una analizzatore FFT, funzione comunque presente in molti oscilloscopi digitali anche economici). Ma in ogni caso non è una cosa necessaria (nel presupposto di potersi basare su specifiche attendibili fornite dal produttore dell'amplificatore).

Chiaramente ognuno può sbizzarristi a piacimento ma su questo non esistono consigli se non raccomandare, qualsiasi cosa si decida di fare agendo sulla sensibilità di un amplificatore, di non porre i diffusori in "pericolo" specie i tw e mid che sono i più vulnerabili),
Detto ciò, per chi vuole seguire una procedura logica (che poi è molto banale e rapida, d'altronde si basa sulle leggi e unità fisiche di base) rimando a quanto scritto prima nel suddetto thread sul tema, ciò chiaramente se si desidera effettuare, appunto, una taratura sicura "per definizione".

Non prenderla come critica, ma come consiglio, il fatto di usare come "controllo pressione sonora/volume" e/o "controllo presenza bassi/equalizzazione" la regolazione delle sensibilità deli ampli è un approccio che ti consiglio di rivedere.
La regolazione della sensibilità degli ampli dovrebbe essere lo step zero (fatta una volta per tutte), successivamente la regolazione del livello di questa o quella via e, a seguire, dell'equalizzazione, andrebbe gestita usando i controlli dedicati proprio a questo scopo cioè idealmente tramite un dsp o la sergente.

Detto tutto ciò, per concludere (e ciò vale per qualsiasi amplificatore del pianeta Terra..) il fatto che ci sia oppure no distorsione (intesa come distorsione di valore anomalo, ovvio che un tasso, minimo, di distorsione è sempre presente) dipende dal livello del segnale applicato in ingresso, se questo è o oppure no superiore al limite oltre il quale tale amplificatore non è più in grado di funzione in modo lineare, motivo per il quale, appunto, è bene regolare la sensibilità in modo che il livello massimo riprodotto dalla sorgente collimi con il livello nominale di potenza riproducibile (senza distorsione) valore che, tipicamente, è poco sotto il "confine" oltre il quale il funzionamento non è più lineare (distorce).
Tipicamente il confine è sottile, se ne è già scritto, avevo anche pubblicato degli esempi reali, dove meno di 0,5V in più o in meno significano THD% che passa da 0,002 al 2 o 3% (valori inammissibili in ambito hi-fi), motivo in più per NON basarsi sulle proprie orecchie per la taratura della sensibilità.
Nella condizione opposta, ovvero sensibilità regolata più bassa rispetto al livello di uscita nominale della sorgente (es: sorgente 4V, sensibilità ampli 6V), è chiaro che, anche a volume massimo, quell'ampli non andrà mai in distorsione (al netto del fatto che la sorgente distorca ovviamente) ma nemmeno potrà raggiungere il livello massimo di potenza (nominale, indistorta).

Detto ciò, però, chiaramente ognuno è libero di precedere come desidera, come si dice, "alzo le mani" :)
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Mattia890
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Re: Passando da una coppia di altoparlanti a due coppie uguali in parallelo va ritarato il gain?

#6

Messaggio da Mattia890 »

Etabeta ha scritto: 8 lug 2023, 18:35 Non è possibile dare una risposta oggettiva in quanto mancano i riferimenti.
La procedura, o metodo, di taratura della sensibilità serve proprio per evitare gli errori e approssimazioni in cui ci si imbatte quando si effettua la regolazione "ad orecchio".

Di per se riferimento del tipo "La sorgente e tarata al 80 per cento ..30 di 40.." non costituisce un'informazione utile, cioè non può essere preso come riferimento di una ipotetica unità di misura.

Non è nemmeno indicativo prendere come riferimento il fatto che con una regolazione "x" piuttosto che "y" sia udibile oppure no distorsione in quanto, comunque, è ignoto il livello della traccia riprodotta (che comunque, se è un brano musicale, varierà istante per instante) come pure il livello di uscita della sorgente (sia in relazione alla regolazione del volume sia come livello massimo).
Nemmeno la visualizzazione tramite oscilloscopio più essere presa come riferimento assoluto e preciso in questo contesto senza che siano note le altre variabili tenendo anche conto che, prima che sia visibile (riproducendo un tono sinusoidale) graficamente la distorsione questa sarà già ben oltre il 2-3% (per una misura, precisa, di distorsione "alla cieca" occorre usare una analizzatore FFT, funzione comunque presente in molti oscilloscopi digitali anche economici). Ma in ogni caso non è una cosa necessaria (nel presupposto di potersi basare su specifiche attendibili fornite dal produttore dell'amplificatore).

Chiaramente ognuno può sbizzarristi a piacimento ma su questo non esistono consigli se non raccomandare, qualsiasi cosa si decida di fare agendo sulla sensibilità di un amplificatore, di non porre i diffusori in "pericolo" specie i tw e mid che sono i più vulnerabili),
Detto ciò, per chi vuole seguire una procedura logica (che poi è molto banale e rapida, d'altronde si basa sulle leggi e unità fisiche di base) rimando a quanto scritto prima nel suddetto thread sul tema, ciò chiaramente se si desidera effettuare, appunto, una taratura sicura "per definizione".

Non prenderla come critica, ma come consiglio, il fatto di usare come "controllo pressione sonora/volume" e/o "controllo presenza bassi/equalizzazione" la regolazione delle sensibilità deli ampli è un approccio che ti consiglio di rivedere.
La regolazione della sensibilità degli ampli dovrebbe essere lo step zero (fatta una volta per tutte), successivamente la regolazione del livello di questa o quella via e, a seguire, dell'equalizzazione, andrebbe gestita usando i controlli dedicati proprio a questo scopo cioè idealmente tramite un dsp o la sergente.

Detto tutto ciò, per concludere (e ciò vale per qualsiasi amplificatore del pianeta Terra..) il fatto che ci sia oppure no distorsione (intesa come distorsione di valore anomalo, ovvio che un tasso, minimo, di distorsione è sempre presente) dipende dal livello del segnale applicato in ingresso, se questo è o oppure no superiore al limite oltre il quale tale amplificatore non è più in grado di funzione in modo lineare, motivo per il quale, appunto, è bene regolare la sensibilità in modo che il livello massimo riprodotto dalla sorgente collimi con il livello nominale di potenza riproducibile (senza distorsione) valore che, tipicamente, è poco sotto il "confine" oltre il quale il funzionamento non è più lineare (distorce).
Tipicamente il confine è sottile, se ne è già scritto, avevo anche pubblicato degli esempi reali, dove meno di 0,5V in più o in meno significano THD% che passa da 0,002 al 2 o 3% (valori inammissibili in ambito hi-fi), motivo in più per NON basarsi sulle proprie orecchie per la taratura della sensibilità.
Nella condizione opposta, ovvero sensibilità regolata più bassa rispetto al livello di uscita nominale della sorgente (es: sorgente 4V, sensibilità ampli 6V), è chiaro che, anche a volume massimo, quell'ampli non andrà mai in distorsione (al netto del fatto che la sorgente distorca ovviamente) ma nemmeno potrà raggiungere il livello massimo di potenza (nominale, indistorta).

Detto ciò, però, chiaramente ognuno è libero di precedere come desidera, come si dice, "alzo le mani" :)
Grazie mille...come sempre esaustivo e chiaro
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