Avrei una curiosità..

[Marsur]

Abbiamo due amplificatori stereo uguali, ognuno dei due ha un'ipotetica impedenza d'ingresso, ovviamente uguale, di 10Kohm.
Collegando uno di questi ampli all'elettronica a monte (sorgente, DSP, crossover elettronico ecc.) sulla classica uscita RCA, ovviamente verrà "vista" un'impedenza di 10Kohm.

Configuriamo invece i due amplificatori in bridge, e colleghiamoli uno al canale L e uno al canale R della solita elettronica a monte.
La domanda è: che impedenza dovrebbe "vedere" l'elettronica a monte?
Grazie a chiunque vorrà partecipare.

[Maddex]

Sempre 10k, dovrebbero avere un buffer. Come tutti.

[Marsur]

Grazie Mad, ma il buffer non è dispositivo in uscita?

[zetapi]

il buffer viene utilizzato prevalentemente in uscita dalle sorgenti,processori,ecc,ma può essere utilizzato anche nell'ingresso degli ampli per tenere costante l'impedenza di ingresso indipendentemente dalla sensibilità.non è detto che ci sia sempre,dipende da come viene fatto il controllo della sensibilità.
quando un ampli viene connesso a ponte preleva il segnale da un solo ingresso rca,oppure se è provvisto di un sommatore,la somma del canale destro e del sinistro,il tutto dopo il buffer di ingresso per cui l'impedenza rimane sempre quella.

[Marsur]

il buffer viene utilizzato prevalentemente in uscita dalle sorgenti,processori,ecc,ma può essere utilizzato anche nell'ingresso degli ampli per tenere costante l'impedenza di ingresso indipendentemente dalla sensibilità.non è detto che ci sia sempre,dipende da come viene fatto il controllo della sensibilità.
quando un ampli viene connesso a ponte preleva il segnale da un solo ingresso rca,oppure se è provvisto di un sommatore,la somma del canale destro e del sinistro,il tutto dopo il buffer di ingresso per cui l'impedenza rimane sempre quella.

Grazie mille anche a te.
Scusa se insisto ma....e se non c'è il buffer?
Cioè, sono più gli ampli con buffer o di più quelli senza?
L'implementazione è subordinata a un certo tipo di circuito o progetto?
Mi interessa questa cosa, volevo fare nuove prove ma non dispongo di strumentazione di misura su questo argomento.

[zetapi]

a volte c'è il buffer seguito dal pot. della sensibilità,poi il pre,ecc.
altre volte subito il pot della sens.poi il buffer oppure il pre.
oppure un buffer seguito da un pre il cui guadagno viene regolato variando la controreazione con un pot.
poi ci sono gli ampli con gli ingressi bilanciati,quindi il primo stadio è uno sbilanciatore di linea,acc.
insomma,gli stadi di ingresso sono molti e sono progettati in funzione dell'interfacciamento con la sorgente e con quello che si trova dopo (crossover,sommatori,invertitori di fase,preamp.ecc).
il buffer c'è quasi sempre nello stadio di ingresso perchè offre una impedenza di ingresso elevata e costante,una impedenza di uscita molto bassa e una generosa erogazione di corrente che permette al progettista di realizzare circuitazioni anche molto complesse senza doversi preoccupare dell'impedenza di ingresso e quindi del corretto interfacciamento con la sorgente.
per concludere vorrei spiegare meglio un'affermazione che ho fatto precedentemente a proposito della variazione dell'impedenza di ingresso al variare della sensibilità,in realtà non è quasi mai cosi.mi è capitato però di vedere qualche schema in cui la variazione della sensibilità produceva anche una variazione dell'impedenza di ingresso, che però non scendeva mai sotto il limite consentito e quindi non metteva mai a repentaglio il corretto interfacciamento.anche questa circuitazione ha il suo perchè,ma io non sono in grado di spiegarlo.

[pergo]

l'impedenza d'ingresso non dipende dalla configurazione delle uscite.
Guai se fosse diversamente.

[Marsur]

a volte c'è il buffer seguito dal pot. della sensibilità,poi il pre,ecc.
altre volte subito il pot della sens.poi il buffer oppure il pre.
oppure un buffer seguito da un pre il cui guadagno viene regolato variando la controreazione con un pot.
poi ci sono gli ampli con gli ingressi bilanciati,quindi il primo stadio è uno sbilanciatore di linea,acc.
insomma,gli stadi di ingresso sono molti e sono progettati in funzione dell'interfacciamento con la sorgente e con quello che si trova dopo (crossover,sommatori,invertitori di fase,preamp.ecc).
il buffer c'è quasi sempre nello stadio di ingresso perchè offre una impedenza di ingresso elevata e costante,una impedenza di uscita molto bassa e una generosa erogazione di corrente che permette al progettista di realizzare circuitazioni anche molto complesse senza doversi preoccupare dell'impedenza di ingresso e quindi del corretto interfacciamento con la sorgente.
per concludere vorrei spiegare meglio un'affermazione che ho fatto precedentemente a proposito della variazione dell'impedenza di ingresso al variare della sensibilità,in realtà non è quasi mai cosi.mi è capitato però di vedere qualche schema in cui la variazione della sensibilità produceva anche una variazione dell'impedenza di ingresso, che però non scendeva mai sotto il limite consentito e quindi non metteva mai a repentaglio il corretto interfacciamento.anche questa circuitazione ha il suo perchè,ma io non sono in grado di spiegarlo.

Molto esauriente.
Grazie infinite.

Ricordo anch'io un caso o due di impedenza variabile con la sensibilità, su recensioni ACS.

[Marsur]

l'impedenza d'ingresso non dipende dalla configurazione delle uscite.
Guai se fosse diversamente.

Scusa pergo, non ho ben capito il contesto a cui ti riferisci.

[pergo]

mi riferivo a qualsiasi amplificatore.

[Marsur]

Si, ma alla configurazione di quali uscite?

[pergo]

inteso stereo, mono, btl, serie, parallelo o cinciunciancin!

[Marsur]

inteso stereo, mono, btl, serie, parallelo o cinciunciancin!

Ah, ok, ci sono arrivato.

Curiosità soddisfatta, grazie raga.

[Maddex]

Molto esaustiva e semplice da capire la spiegazione di Zetapi .

Vorrei aggiungere che tali arzigogoli di buffer o cascate inutili di operazionali ( per quanto silenziosi oggi ed economici) vengono infilate tra l'ingresso e lo stadio di amplificazione vero e proprio per rendere il finale( che oggi chiamarlo finale fa ridere io lo chiamerei integrato tuttofare) molto versatile, adattabile a qualsiasi situazione di ingresso, anche ad alto livello.

Quello che ne consegue, sono prodotti dal suono soffocato da tutte le cavolate inserite per poterlo vendere anche ad un sordo( con rispetto a chi purtroppo non ci sente davvero), o collegarlo nel piú disparato dei modi.

Quando leggo di finali costosissimi definiti hi-end più per quanta roba c'è dentro che per come suona, e le belle cromature splendenti, mi prende il mal di pancia.

Se ricercate il suono giusto senza colorazioni, tende, suono ruffiano ammaliatore, allora via tutte ste porcate dagli ingressi.

Ne consegue la difficoltá di interfacciamento ovviamente, ma quando un apassionato si accorge di queste aberrazioni prodotte dall'abuso di stadi, di certo e pronto per questo importante passo verso l' alta fedeltá.
Buon ascolto a tutti.

[Marsur]

Sono d'accordo.

[zetapi]

è vero,però c'è qualche ampli che consente il bypass di tutta questa baraonda di ingresso.