Stai in effetti facendo un po’ di confusione..
Un conto sono i supporti, un conto è il Bluetooth, un conto sono i files audio, che possono essere sia compressi come l’audio che passa per il Bluetooth, sia HD e di qualità molto maggiore del CD.
E occhio alla USB. Perchè fa molte cose. Ma non tutte assieme. E non tutte le USB che trovi sugli apparecchi “le fanno tutte”.
Essendo una interfaccia digitale, a seconda di come è configurata nel sistema operativo, puó consentire il collegamento di periferiche come nel nostro più comune caso: chiavette USB contenenti musica, per permettere al software del lettore di leggerle. Ma puó anche trasmettere o ricevere audio digitale puro, come una connessione audio digitale ottica o coassiale. E con prestazioni più elevate di una connessione digitale consumer standard SPDIF. Ed in due modalità: sincrona o asincrona.

E in alcuni casi è opportuno utilizzarla, ed in altri, meno.
Sono delle situazioni completamente diverse, che hanno scopi diversi. E nelle unità come l’HDS990, ci sono prese USB dedicate alla lettura di memorie di massa (quella frontale ed una delle due posteriori) e prese dedicate alla trasmissione/ricezione dell’audio digitale da altro dispositivo.
Nel caso specifico, una delle due posteriori è una “OTG” che serve a collegarci un DAP (digital audio player) o uno smartphone, sui quali siano residenti brani da riprodurre, o dai quali accedere a servizi di streaming senza l’uso del Bluetooth. Che sempre e comunque comprime l’audio e non arriva al bitstream prodotto da un normale CD.
L’HDS990 è in effetti un player che è fatto per leggere i files HD. Ma legge anche files qualità CD e files compressi. E lo fa attraverso le porte USB di cui sopra, a cui possono essere collegate memorie di massa. Non legge evidentemente i CD. Per quelli credo che non ci sia più nulla da fare.
Sulle auto il lettore non è più presente da anni, ormai. E se anche la tua lo dovesse avere, dovresti ascoltarlo attraverso di essa, uscendo dall’high level.
In sostanza, i tuoi CD, se vuoi sentirli al meglio, li devi rippare e trasformare in files. Che non devono essere necessariamente MP3! Io ad esempio li compro ancora, anche dei vecchi usati introvabili. E li “rippo” con il PC di casa, trasformandoli in files non compressi, che metto nella chiavetta USB ed ascolto attraverso la USB della mia radio. Ordinati per cartelle con nome autore e nome album.
Considera che in una chiavetta USB da 128 Gbyte, del costo di 20/30 Euro, ci ho messo oltre 100 CD in formato wav (la mia vecchia Pioneer non legge i più efficienti FLAC) e c’è ancora un sacco di spazio.
Alla faccia del “cambia CD” eh.. E senza meccaniche che saltano o laser che si starano.
Ma ora, parliamo di DSP.
Un DSP è un convertitore A/D, un crossover elettronico digitale, un equalizzatore parametrico, un ritardo temporale regolabile, un convertitore D/A. E lavora in digitale ad una frequenza di campionamento e profondità in bit fissa, in base alla capacità del processore. Quindi, se ci connetti qualcosa in analogico, viene convertito in digitale al SUO FORMATO DI LAVORO. E nel caso ad esempio del mio DSP3s: 24 bit e 96 KHz. Ma, parlando di prodotti almeno decenti, ha anche ingressi digitali. Nel mio caso c’è un ingresso digitale elettrico che accetta fino a 24 bit 192 KHz ed un ingresso digitale coassiale che accetta fino a 24 bit e 96 KHz.
In ogni caso, sempre e comunque, qualsiasi DSP converturà TUTTO al suo formato di lavoro. Sovracampionando i segnali più bassi (tipo la qualità CD che è 16 bit 44,1 KHz) o decimando i segnali più alti (ad esempio se nel mio collegassi un segnale a 24/192).
Ora, che sia un CD o che sia un file su una chiavetta, quello che stai suonando, se connetti il DSP in high level ma anche in low level, viene convertito in analogico dalla sorgente con il proprio convertitore, introducendo degli errori. Poi viene trasportato in analogico al DSP subendo il rumore e la distorsione generati dall’uscita analogica e dal trasporto in analogico, quindi viene riconvertito in digitale dal DSP, subendo errori di quantizzazione sempre inevitabili, in fine viene elaborato dal DSP e poi da esso riconvertito in analogico per essere inviato agli amplificatori.
Tutti questi passaggi, specie se devi lavorare anche sul segnale della radio di serie, che è da essa elaborato digitalmente ed adattato agli altoparlanti di serie, ovviamente sono deleteri. Più dello stesso fatto dell’high level in sé. Fosse solo quello il problema, ci sarebbe poca differenza dal low level, considerato il resto dei problemi che ci sono in automobile, e per risolvere i quali serve il DSP.
Con l’HDS990, puoi collegarti al DSP direttamente in digitale coassiale o ottico. Quindi, i files che leggi da una chiavetta USB collegata ad esso, non subiranno conversioni multiple. Ma giocoforza, dovrai convertire la tua CD teca in formato liquido, preferibilmente non compresso. Ad esempio in formato wav o nel più efficiente Flac.
Tornando ai collegamenti del DSP, logico che gli amplificatori collegati alle sue uscite dovranno essere assolutamente FLAT. Nessun filtro. Nessun ponte tra di essi. Fa tutto il DSP. Loro devono amplificare e basta.
Il DSP deve pilotare DIRETTAMENTE ED INDIVIDUALMENTE ogni singolo altoparlante del sistema. Per lo meno del sistema principale che si usa per l’ascolto della musica: nel tuo caso il due vie anteriore ed il sub.
La “rivoluzione” offerta dal DSP, quando questo è in grado di permettere una raffinata elaborazione sul segnale, quindi quando è BUONO, lavora a risoluzione decente, ha convertitori decenti ed un software VERSATILE, è che ti permette di PROGETTARE IL CROSSOVER del sistema di altoparlanti, nel vero senso della parola, senza dover ricorrere al saldatore per realizzare un complesso crossover analogico.
In un sistema di altoparlanti dove ogni altoparlante ce l’hai ad una distanza diversa e con orientamento diverso rispetto alla tua posizione di ascolto, quindi in una situazione COMPLETAMENTE DISTORTA rispetto all’ascolto domestico attraverso sistemi di altoparlanti progettati e finiti, rispetto ai quali sei seduto al centro, il crossover deve farti arrivare i suoni dei singoli altoparlanti alle rispettive orecchie allo stesso tempo e con lo stesso timbro. Altrimenti scompare la “magia” dell’effetto stereo.
Per questo ho parlato di PROGETTO, e di TARATURA.
In sostanza, in macchina, tu acquisti gli altoparlanti, li posizioni dove riesci a montarli, e poi gli costruisci il crossover che li deve pilotare in modo che suonino come se tu fossi seduto al centro. Situazione che non ha nulla a che fare con un approccio “domestico”.
Da 30 a 20 anni fa’, questa cosa non era nemmeno “pensata” in questo modo dai più. Si montava il filtro fornito con il kit ed al più si regolava il livello dei tweeters e dei medi, che era il MINIMO SINDACALE per NON PROVARE FASTIDIO e qualcuno adattava qualche componente più o meno con cognizione di causa. E si pensava “che questo fosse il suono giusto”. Tanto “siamo in macchina”..
Ma c’era anche già qualcuno che aveva capito che non è vero, che già costruiva i crossover da sé, dopo una sommaria simulazione via software per stabilire i tagli elettrici minimi per la sicurezza degli altoparlanti, misura dopo misura con il microfono, come fa il progettista di casse acustiche in laboratorio.
Per darti un’idea, al di la delle chiacchiere, ti mostro qualche schermata presa da alcune mie tarature fatte nel tempo sulla Panda.
Sono varie, perchè sul telefono non ho tutto, e volevo mostrarti essenzialmente la complessità della cosa. Non “commentare la singola taratura”. Ci sono comunque differenze minime tra quelle da cui ho estratto le immagini, dato che si tratta pur sempre dello stesso sistema: due vie + sub, con full range da 2 pollici al posto dei tweeters.
Questo è il risultato finale misurato, per semplicità espositiva, “con microfono da misura al posto della testa”:
Si tratta di tre misure plottate sulla stessa pagina: canale destro, canale sinistro e somma dei canali.
Il canale destro e sinistro devono risultare più uguali possibili perchè altrimenti gli strumenti e le voci si spostano a destra e a sinistra mentre suonano, a seconda delle note emesse. Per cui i due canali saranno CERTAMENTE equalizzati diversamente. Con compensazioni anche piuttosto importanti, che dopo vedremo.
Considera che l’orecchio sente tranquillamente differenze di mezzo db, quando ha riferimenti diretti eh..
Inoltre, facendo suonare assieme il canale destro ed il sinistro, la somma deve essere sempre superiore al singolo canale. Idealmente la somma dovrebbe sempre essere 6 db più alta dei due canali misurati uno alla volta. Altrimenti significa che i due canali hanno punti nei quali la fase relativa non è uguale, e soprattutto indicativamente sotto i 2000 Hz (dipende dalle dimensioni della tua testa..), significa che avrai sempre il problema di strumenti e voci che si spostano.
Per ottenere questo, devono essere corrette anche le fasi tra gli altoparlanti dello stesso canale. Per semplificare: la sincronia del tempo di arrivo del suono, a tutte le frequenze coinvolte. Quindi devono essere a posto gli incroci tra le vie, che sono il punto più problematico.
Ecco a cosa servono i “ritardi temporali”.
Ed ecco come si fa a vederlo:
Queste sono 4 misure sullo stesso foglio, relative ad uno dei due canali: sub woofer da solo, woofer da solo, medioalto (un unico altoparlante full range da 2 pollici) da solo, misura totale del canale con tutte e tre le vie accese.
Con questa graficata puoi vedere dove si incrociano REALMENTE gli altoparlanti e come sono regolari le pendenze delle curve che si incrociano. Che devono avere sostanzialmente lo stesso angolo.
Per avere una fase corretta tra le vie, devi infatti avere la stessa pendenza MISURATA dal punto di ascolto, del passa basso della via più bassa e del passa alto della via più alta. E allora il punto dove si incrociano si somma correttamente. E quando le fai suonare assieme, sommeranno. Ed infatti, osservando l’incrocio tra woofer (verde scuro) e medioalto (viola), se noti, la curva della risposta totale (Rossa) in quel punto è “piatta”. Ed è indicativo della corretta somma il fatto che il punto dove le due vie si incrociano (verde scuro e viole si intersecano) sia circa 6 db sotto alla risposta totale (rossa).
Annotati per dopo, se vuoi, che la frequenza di incrocio reale MISURATA è pari a circa TRECENTOQUINDICI hz.
Per avere una simmetria destro/sinistro tale da non avere sfasamenti che ti distorcano l’immagine stereo spostandoti gli strumenti mentre suonano, anche gli incroci MISURATI devono essere il più possibile uguali tra i due canali L ed R. E devono pure essere ottenuti con incroci ELETTRICI non troppo diversi tra i due canali. Che se lo sono, per arrivare lì, significa che non hai scelto un buon punto per incrociare gli altoparlanti. E ne pagherai le conseguenze perchè sono indice di difficilmente controllabili distorsioni di fase, che provocano alterazioni della risposta e spostamento degli “oggetti sonori”, ma anche del timbro degli strumenti e della voce.
Ecco come si arriva, agendo sul DSP, a quei risultati visti.
Di seguito ti metto le schermate della consolle virtuale del DSP, nelle schermate relative agli altoparlanti di cui hai visto i grafici MISURATI IN ABITACOLO. Ovvero: le REALI RIPSOTE CHE SENTI.
Potrai notare che per arrivare a quelle curve più o meno regolari, ci sono notevoli elaborazioni sul segnale.
Sub woofer:
Woofer destro e woofer sinistro:
Medioalti destro e sinistro:
Rammenti la frequenza di incrocio che avevamo visto tra woofer e medioalto? 315 Hz. TRECENTOQUINDICI Hz.
Se noti, abbiamo peró un woofer tagliato ELETTRICAMENTE passa basso (low pass) a 150 Hz 12 db/ottava ed uno tagliato a 160 Hz sempre 12 db/ottava. Ed abbiamo i medioalti tagliati ELETTRICAMENTE a 430 Hz 24 db/ottava.
Questo penso sia eloquente su quanto non si possano impostare delle frequenze in un crossover elettronico pensando di ritrovarsele nella realtà dell’ascolto.
Purtroppo la risposta degli altoparlanti varia con la loro posizione rispetto agli altri oggetti e superfici, e con l’angolo con quali ascoltiamo. Ed in macchina non si puó scegliere più di tanto. E la risposta reale è sempre la somma tra la risposta dell’altoparlante ed i filtri ed equalizzazioni applicate.
Nel DSP dell’esempio, il mio DSP3s Helix, relativamente alle impostazioni di USCITA, ogni canale dispone di filtri passa basso e passa alto impostabile su 7 tipi di smorzamento (li sono in uso i Linkwiz sui medioalti ed i Butterwhort sui woofer) e pendenze da 6 a 36 db/ottava, e regolazione della frequenza a passi di 1 Hz. Di linea di ritardo regolabile a passi di 0,01 millisecondo (grazie al campionamento a 96 KHz). Di regolazione del livello a passi di 0,2 db. Di un equalizzatore completamente parametrico a 32 bande, delle quali ognuna singolarmente puó essere impostata con Q regolabile fino a 16, spostata a passi di 1 Hz, regolata in ampiezza a passi di 0,2 db tra +6 e -15, e puó essere trasformata in un filtro shelf o in un passa tutto del primo o secondo ordine.
Molti di questi termini non li conosci, probabilmente. Beh, in fase di taratura queste cose, se le hai e le usi, ti possono risolvere dei problemi.
Perchè di problemi ce ne sono TANTI in macchina.. Non puoi spostare ne le “casse”, né il punto di ascolto. E non puoi posizionare tendaggi e tappeti o mettere pannellature di correzione. Ti devi arrangiare.
Con questi strumenti ADESSO, e non 30 anni fa’, è possibile ottenere un campo sonoro uniforme ed un timbro regolare, senza perdere giornate a saldare componenti in un filtro per ottenere lo stesso risultato.
Ma adesso, come allora, serve la consapevolezza che si puó ottenere questo risultato e anche volerlo effettivamente ottenere. E adesso come allora, per arrivarci è necessario un approccio scientifico. Che è l’esatto contrario che scegliere i componenti “a simpatia” o perchè sentiti sulla macchina di un altro “suonavano bene”.
L’influenza sul suono di queste cose è molto più pesante di tutte queste cose. Ed i componenti vanno acquistati in base alla situazione. Non per “simpatia per il marchio” o sulla base di ricordi o blasone. Certo, quelli buoni costano e, QUANDO TUTTO È A POSTO, certamente fanno la differenza.
Non è che prendi una roba di merda e ci metti un DSP, e con la “taratura buona” suona eh.. Ma non è neanche detto che un due vie da 1000 Euro di componenti suoni meglio di uno da 300 Euro, NELLA TUA SPECIFICA SITUAZIONE. O che tu, con quello, possa ottenere una taratura di buon livello.
Se a queste cose non hai mai pensato, sicuramente non hai mai avuto un impianto che suoni VICINO alle potenzialità dei componenti che avevi installato. Me se non l’hai mai saputo e non hai riferimenti, chiaramente non te ne sei mai nemmeno reso conto. E “non sai cosa ti perdi”.
Certo, bisogna avere l’interesse per queste cose, per apprezzare il tutto.
Benvenuto nel 2025. Se sfruttare il “viaggio nel tempo” rispetto a come eri abituato, dipende da te.
In ogni caso, data la sorgente di serie che non puoi sostituire, che avrà una pesante equalizzazione per gli altoparlanti di serie, e non solo in frequenza, e pure variabile con il livello del volume, un DSP comunque ti serve.
Metterne uno sfruttabile e sfruttarlo, è peró un’altra cosa.
Certo, se il tuo obiettivo è molto più basso, e vuoi ascoltarci dei CD, fermo restando il DSP, non butterei 1390 Euro in un HDS990.
Ciao!