Eh, certo che progettazione e taratura hanno un costo.
In denaro ed in tempo.
E ciascuno sceglie come muoversi di conseguenza. E deve essere consapevole di questo.
Si può decidere di farlo fare o di imparare e divertircisi. Gli strumenti costano pochi spicci. La conoscenza invece richiede tante ore di studio e prove.
A seconda dei motivi per cui ci si monta l’impianto, si può delegare questo aspetto o assumersene la responsabilità.
Per progettare e poi tarare un impianto serve manualità ma anche conoscenza dei fenomeni acustici. Che sono quelli che governano le sensazioni di ascolto.
Poi intervengono i gusti personali. Ma anche per ottenere il suono “che ci piace”, serve progettare e tarare l’impianto. Altrimenti si ottiene “quello che viene” e “c’è lo si fa bastare”.
Magari a te basta e ad altri no.
In generale, ci sono diverse “curve ideali” dette “house curve” o “curva target”, che statisticamente sono piacevoli in vari contesti.
Ma qui parliamo di altro. Di BASE.
Di discriminare tra impianto PROGETTATO PER OTTENERE quello che ci piace, OPPURE di impianto INSTALLATO COME VIENE, accontentandoci del risultato che è TOTALMENTE CASUALE.
Poi che molti si accontentino, e ne siano soddisfatti, è pure possibile.
Ma siamo su un forum di APPASSIONATI DI HI-FI. Per cui è giusto parlare di queste differenze di approccio. Sia perchè non farlo è da ipocriti, sia perchè è IL CUORE del nostro hobby.
IN SOSTANZA, per arrivare alla curva target che si desidera ottenere, serve che l’impianto sia prima progettato in modo tale da dare l’opportunità fisica di ottenerla.
Quindi, generalizzando: disposizione degli altoparlanti se possibile pensata, orientamenti valutati anche in base alle misure acustiche, dimensionamento sia degli stessi che dell’amplificazione, possibilità di intervento sul suono (che sia un DSP o che sia la creazione di un crossover passivo personalizzato).
Poi serve che l’impianto sia finemente tarato in modo da ottenere una curva di frequenza e di fase il piú simile possibile tra canale destro e sinistro, e contemporaneamente piú simile possibile alla “house curve” o “curva target” che avevamo in mente.
Consideriamo sempre che la riproduzione è una ILLUSIONE CREATA A TAVOLINO. Ed è creata dalla produzione, cercando di fare in modo che risulti piacevole agli ascoltatori.
Ed il compito di un impianto “hi-fi” è quello di rendere il piú possibile vicina questa illusione alle intenzioni di chi l’ha creata. Ma anche di risultare “credibile e piacevole” nel contesto nel quale siamo immersi, durante l’ascolto.
Sempre ai fini di rendere piacevole e credibile al cervello questa illusione, la profonda differenza tra una stanza, una cuffia ed una macchina, va messa in conto.
In una cuffia gli altoparlanti sono a 1 cm dalle orecchie. O addirittura dentro, considerando gli auricolari. E vanno ad eccitare direttamente il timpano senza interposizione dell’ambiente. Inoltre, non esiste diafonia interaurale. E di conseguenza la curva target avrà determinate caratteristiche, per risultare il piú piacevole ED ILLUSORIA possibile in quella situazione. Che non ha nulla di vicino al contesto “hi-fi” previsto dallo standard stereofonico, dato che non permette la percezione degli oggetti nello spazio DI FRONTE a sé, con files creati per la riproduzione CON ALTOPARLANTI. E qui potremmo parlare delle APPOSITE registrazioni “binaurali” create per l’ascolto in cuffia. Ma andremo fuori tema.
Difatti, il picco ed il buco tra 3 e 5 KHz della risposta tipica delle cuffie, è VOLUTO e serve per trarre il piú possibile in inganno il sistema uditivo, al fine di fargli sembrare gli oggetti sonori “fuori dalla testa”, emulando la deformazione della risposta in frequenza che creano le convoluzioni delle orecchie ai suoni provenienti da varie direzioni. Che purtroppo però ci riesce solo molto parzialmente. Sia perchè manca la “diafonia interaurale” che grazie alla forma della testa ed all’esperienza del cervello, permette di ricavare informazioni spaziali sempre sulla base di frequenza e fase dei segnali che arrivano contemporaneamente alle due orecchie - modificate dalla forma della testa -, sia perchè queste modificazioni sono diverse per ciascuno di noi, dato che abbiamo una faccia e delle orecchie differenti. E su alterazioni che si verificano in modo differente anche per pochi mm (millimetri) di differenza delle forme corporee, il sistema andrebbe calibrato individualmente.
È c’è un sistema “consumer” mi pare di un costruttore giapponese, forse Sony, che permette una calibrazione individuale e di sentire con la propria cuffia attiva “i suoni fuori dalla testa”. E generare qualcosa di credibile, a patto di ascoltare fermi immobili, dato che appena ci si gira la “scena ci segue” e in ogni caso il tutto diventa innaturale ed il cervello se ne accorge.
Insomma: per sentire realmente “stereo” in cuffia, serve ben altro di una curva lineare. Serve una profonda modificazione del segnale. Almeno però il timbro e la risoluzione è molto piú semplice ottenerli, grazie proprio al fatto che non c’è l’ambiente. E solitamente, non ci sono gli incroci.
In un ambiente come una stanza ci saranno i suoni riflessi dall’ambiente. Ed entrambe le orecchie percepiranno il suono di entrambi i diffusori, a seconda delle frequenze e delle riflessioni. Per cui avremo diafonia interaurale e l’apporto dell’ambiente. Ed una situazione nella quale, in un ambiente simmetrico e adatto, avremo effettivamente la percezione degli oggetti nello spazio di fronte a noi. E la curva target dovrà avere caratteristiche differenti perchè la situazione sarà molto piú simile ad un evento live, grazie alla posizione degli altoparlanti che può essere quella stabilita per l’ascolto in stereofonia.
In macchina, la situazione è MOLTO difficile. Perchè esistono due problemi molto grossi in piú:
1) L’ambiente è fortemente asimmetrico e gli altoparlanti destro e sinistro non sono due “entità già progettate e finite” e posizionabili in blocco dove e come è meglio, che riproducono tutta la banda. Ma sono “splittati” per opportunità varie, in diversi punti dello spazio. Quindi il suono di ogni singola via farà un percorso differente per arrivare alle orecchie.
2) l’ambiente è molto piccolo ed avremo un canale (il sinistro) in campo vicino (quindi con poco apporto dell’ambiente ma tipicamente un forte disassamento ad esempio della via bassa) ed un canale (il destro) piú influenzato dall’ambiente e che genera riflessioni sulla parete opposta, disturbando il canale sinistro.
Per non parlare del sub woofer, che, per opportunità dimensionale ed anche per opportunità acustica, è posto tipicamente dietro alle spalle dell’ascoltatore.
In auto, per avere la coerenza necessaria tra le vie e tra i canali, è purtroppo indispensabile poter trattare la risposta di ciascun altoparlante, proprio al fine di ottenere la stessa (piú simile..) curva target su ogni canale. Ed il lavoro comincia dal POSIZIONAMENTO E ORIENTAMENTO DEGLI ALTOPARLANTI QUANDO POSSIBILE dalla PROGETTAZIONE DEL CROSSOVER, dato che questo elemento modifica la risposta elettrica, e quindi anche ACUSTICA di ogni singolo altoparlante.
Si può anche fare per via passiva, come sulla macchina di Disco, un collaboratore di Perry: una Peugeot 3008 di qualche anno fa’, che ad ogni ascolto mi stupisce. Implementando anche le celle di ritardo in passivo, oltre alle celle di equalizzazione. Ma chiaramente con un DSP il processo è molto piú veloce.
Sull’opportunità di realizzare un impianto in grado di FUNZIONARE in modo da riprodurre CORRETTAMENTE quanto disposto nel file audio dal produttore, beh, ciascuno fa i conti con le proprie priorità e con la propria conoscenza.
Capisco Delirium non ti sia cambiata la vita ad ascoltare dei monitor da studio. Anche se mi piacerebbe che tu descrivessi meglio l’esperienza, perchè detta cosí non si può nemmeno capire in che contesto e con quale attenzione. Ma si capisce da quello che scrivi e dai consigli che dai, che le tue priorità non hanno a che vedere con un ascolto hi-fi. Ti sei fermato a nozioni generiche che hai preso per buone ma che all’atto pratico non permettono di risolvere i problemi reali, perchè non percepisci questi come problemi o non li percepisci affatto. E non significa: “sei sordo” significa: “non te ne frega niente”.
Per cui tu non fai testo. Parli di altro. Sei fuori contesto.
INVECE, se sei appassionato di hi-fi, oltre che di musica, ed hai avuto l’opportunità di ascoltare qualcosa CHE FUNZIONA, indubbiamente puoi farti un’opinione non viziata da luoghi comuni nati in ambienti che non hanno alcuna attinenza con l’ascolto corretto in automobile. E decidere di conseguenza se quel che sai sono cazzate sentite dire o corrispondono al vero.
Per esempio: se ascoltiamo in una sala trattata acusticamente e dedicata all’impianto, da un punto di vista da ascoltatore, è sostanzialmente giusto pensare che il sistema di riproduzione debba essere il piú trasparente possibile, al fine di non introdurre nulla sul segnale. Ma se ascolti in un ambiente non adatto, tutta la filosofia del “piú trasparente possibile” si scontra con le forti modificazioni sul segnale introdotte dall’ambiente. Che sono MOLTO PIÚ GRANDI che quelle introdotte da un DSP, o altro sistema di trattamento del segnale, o addirittura da un “semplice stadio in piú” lungo il segnale.
In automobile, seduto da un lato, con i tweeters nei montanti, i woofers in fondo ai piedi, il sub nel baule, è perciò una C@GATA pensare che il sistema “non debba introdurre modificazioni sul segnale”.
Perchè le deformazioni che introduce l’ambiente sono tali, che non è possibile ottenere in questo frangente NULLA DI NEMMENO VAGAMENTE SIMILE all’ascolto di due diffusori - già progettati da altri - , posti di fronte a noi, in un ambiente trattato.
Solo “progettando il sistema di altoparlanti caso per caso”, che è poi quello che definisce il processo di montaggio e taratura del sistema sulla macchina, ci si può AVVICINARE a quel tipo di ascolto.
E se è vero che un DSP può introdurre certamente artefatti, anche un crossover passivo grande come mezzo baule di una 3008 o grande come l’intero sedile posteriore di una C1 (l’altra auto “mitica” di Perry), può introdurre distorsioni. Sono di tipo diverso, ma sono sempre distorsioni. E si può scegliere quali preferire, come quale curva target è piú adatta al nostro contesto ed ai nostri gusti.
Anche in questo caso si cerca pure il compromesso tra i costi ed i risultati.
Ciao!
