Si, capitato anche a me.
Ma L’alimentatore da laboratorio ha la limitazione a corrente costante, regolabile. Quindi non “soffre” perchè lo regoli tu ad un regime ragionevole. Ad esempio: 2 Amper, quando la massima corrente è (nel mio) 5.
Invece un alimentatore per grossi carichi, ha la priorità esattamente contraria: erogare la massima corrente possibile, istantanea, con la minor resistenza serie possibile. Esattamente come un amplificatore di potenza, audio.
Quindi, fino ad arrivare alla soglia di protezione, lui va con tutto quello che ha.
Per contro, un carica batterie puro ha priorità completamente diverse. E se è di quelli “intelligenti”, che testa la batteria e poi comincia a caricare, l’assorbimento del carico lo trae pure in inganno, non permettendogli di capire il reale stato della stessa. Quindi in questo caso non va assolutamente bene. Tranne che allo start non lo si possa impostare manualmente.
E guai a far partire utility come “desolfatazione” e simili. Perchè il carica batterie, dopo l’analisi, adotta strategie che spesso prevedono l’erogazione di una tensione impulsiva più alta dei 14.4 V a cui lavorano le elettroniche, cicli di scarica su carico interno e anche in alcuni casi, brevissime inversioni di polarità. Tutte cose deleterie sé non distruttiva per le apparecchiature collegate.
E infatti, in qualsiasi carica batterie che non sia specificatamente “mantenitore” - funzione SPECIFICA che servirebbe a voi, ma con livelli di corrente molto più alti di quella tipicamente adottata dai carica batterie “normali” - è raccomandato, nelle istruzioni, di “scollegare il polo negativo” dell’automobile prima di iniziare anche la semplice la carica.
Io ho quello della Lidl da 20 Euro, ignorantissimo, ma già switching, con il pulsante di start e scelta tipo di batteria 6/12, auto/moto. E anche lì è specificato di scollegare la batteria da qualsiasi carico.
Non pensiate che siano solamente “raccomandazioni cautelative” per evitare danni al carica batterie.
Nell’uso “tipico”: vi è “morta la batteria e non sapete perchè”, se lo collegate a batteria montata, se la batteria è guasta e non è in grado di assorbire e “fare da condensatore”, vi arriva sulle elettroniche dell’auto “non sotto chiave” un bel treno di impulsi a 15 V, che è quello che esce NORMALMENTE da un carica batteria. Che tipicamente NON È STABILIZZATO, ma solo “raddrizzato”. E vale sia per i moderni switching che per i più tradizionali a trasformatore.
In sostanza, se mantenete la batteria bella carica, questa puó aiutare un alimentatore “deboluccio” per il carico del vostro impianto. Ma se avete un alimentatore “tosto”, lasciate scollegata la batteria.
Ed evitate di tenere il carica batterie a tampone mentre suona l’impianto. Perchè, nella migliore delle ipotesi, se non eroga la corrente necessaria, mano a mano che la batteria si scaricherà, si sporcherà la tensione di alimentazione e probabilmente tenderà a suonare peggio l’impianto.
Altrimenti, serve qualcosa di “specifico”. Che sinceramente non so se esiste commercialmente. Quelli che conosco io, gestiscono carica e commutazione a batteria, ma solo in caso di mancanza di tensione in ingresso (gruppi di continuità in DC per apparecchi a bassa tensione, come i nostri sistemi radio per TLC). E quelli che ho visto implementati in prodotti audio, nello specifico in un pre amplificatore, fanno funzionare i circuiti sempre a batteria per avere la massima purezza della tensione. E la caricano quando l’apparecchio viene messo in stand by. Oppure per scelta dell’operatore. E in questo caso si parla di poche decine o, al massimo, centinaia di mA.
Ciao!
Sorgente: Pioneer DEH X8500 DAB modificata con sovra campionatore 24/48 ed uscita SPDIF ottica sotto controllo volume da Etabeta.
- DSP Helix DSP3s
- Amplificatore 6 canali Audison AF M6d:
2 canali su woofers Audio Development W60
2 canali su full range 2 pollici Audible Physics 220 CP
2 canali in bridge su sub Sonus by Nostromo & rs250v, in cassa chiusa.