Re: Zapco serie Z e Studio: modifica guadagno/sensibilità
Inviato: 25 gen 2019, 13:40
Pare che ci abbia preso anche io..
Ciao!
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Pare invece che io non ci abbia capito una sega (Si puo dire sega?)ozama ha scritto:Pare che ci abbia preso anche io..
Ciao!
Ovvio.Alessio Giomi ha scritto:Quindi anche la serie Z è antecedente agli studio no?
Gia fatto... e già linkato in PM i 3D in oggettoMarsur ha scritto:Ovvio.Alessio Giomi ha scritto:Quindi anche la serie Z è antecedente agli studio no?
Ma sono topic già stati discussi e disseminati per il forum, ecco perchè ventilavo la moderazione della sezione vitage.
Esattamente.Etabeta ha scritto:Cioè, per chiarie, in pratica, la Zapco "Z serie" a cui si fa riferimento in questo doc (vedi qui: https://www.manualslib.com/manual/65857 ... eries.html) non ha nulla a che vedere con gli ampli serie Z "old school".
Così cercando in giro il dato di sensibilità per lo Z150 avevo trovato quello riferito allo Z-150.2, che però, guardando meglio, ho visto non c'entrare nulla, trattandosi di un ampli proprio diverso e decisamente più recente.
Sta di fatto che della serie Z "old school" non si trova uno straccio di documentazione, non dico service manual o schemi, nemmeno un miserrimo manuale utente con le specifiche....
Probabilmente intendevi 1993..Alessio Giomi ha scritto:Anche lo z150c2vx? Dovrebbe essere del 1983... forse piu recente.
Ops.. yesMarsur ha scritto:Probabilmente intendevi 1993..Alessio Giomi ha scritto:Anche lo z150c2vx? Dovrebbe essere del 1983... forse piu recente.
Alessio Giomi ha scritto: Pare invece che io non ci abbia capito una sega (Si puo dire sega?)
Etabeta ha scritto:
Rispondo ora un pò di fretta, poi più tardi possiamo vedere la cosa più in dettaglio.
I "paletti" riguardo la modifica alla configurazione, per ridurre il guadagno appunto, sono dati dal fatto che i due opamp U4 sono in configurazone non invertente e per definizione non possono essere configurati con guadagno inferiore e 1 (quindi non possono lavorare in attenuazione).
Tutto dipende da quale valore di sensibilità minima di ingresso si desidera raggiungere.
Partendo dal dato che abbiamo ricavato (basandoci sullo schema e sulla sensibilità in ingresso sia dichiarata che anche misurata nel test di ACS) cioè che Vout (l'uscita di U5) massima (corrispondente alla potenza nominale) è (orrotondo) 4,6V e siccome desideriamo arrivare ad una sens. di ingresso minima che sia oltre 5V (sempre rms, diamolo per convezione, così semplifichiamo la scrittura) ad esempio 7V (in modo da non andare certamente in clipping, con la DEH-80PRS e altre sorgenti attuali o dsp ecc.. e tenere anche un certo margine di regolazione ulteriore), ad esempio gli Zapco più moderni arrivano a 8V, giusto per avere un termine di paragone,
ecco che il guadagno complessivo che dovremo poter raggingere (a sens. minima) sarebbe di 4,6/7=0,65 (quindi una attenuazione).
Per realizzare guadagno inferiore a 1 occorre agire sullo stadio differenziale ovvero U5 (in quanto il guadagno di U4 non può essere inferiore a 1).
Ritornando alla formula iniziale:
Guadagno=[1+(2R2/(R1+Rv)]*(R4/R3)
notare che la prima parte avrà sempre valore >=1 a prescindere dai valori di R1 e R2.
Con i valori attuali di R1 e R2
G=1,285*(R4/R3)
Ponendo il valore desiderato di G=0,65
allora
0,65=1,285*(R4/R3)
quindi R4/R3=0,505 per ottenre G=0,65
Quindi, ponendo come nuovo valore di R3 (arrotondiamo ad un valore standard) 10K dovremo essere a posto, ovvero otterremo:
G=1,285*0,47=0,6
il che vuol dire che il nuovo livello di sens. minima sarà Vin(max)=4,6/0,6=7,6V
ps: non ho il tempo di rileggere ora, confido di non avere preso strafalcioni, dopo guardo con più calma....
pps: naturalmente una via alternativa è quella di agire inserendo un partitore in ingresso, cioè mettendo resistenza in parallelo a C20 e C27 (e magari aumentando il valore della resistenza attuale da 1K),
però così si abbasserebbe l'impedenza di ingresso, comunque è una via alternativa. Invece, come ho scritto prima, preferirei non agire sugli U4 (modificando le R2), sia perchè comunque non sarebbe sufficiente, sia perchè è bene non scendere troppo con il valore di R2 che aumenterebbe la corrente di feedback.
Riguardo agire su R4, si, è possibile abbassarla a 1,65K per ottenere, lasciando R3 invariata, circa lo stesso risultato.max1974 ha scritto:E allora ti faccio un'altra domanda: U5 (NE5532) può lavorare con guadagno minore di 1?
Lo chiedo perché ho letto in altri topic precedenti che ci sono alcuni operazionali che in questa configurazione oscillano. L'NE5532 potrebbe essere uno di questi?
Inoltre, vista la circuiteria fatta con reti resistive, mi risulterebbe più comodo abbassare R4 (mettendo come già detto una SMD in parallelo ai pin della rete) piuttosto che aumentare R3. E' possibile?
Allora prima verifico che la configurazione delle reti sia come dici tu poi provo a fare la sostituzione.Etabeta ha scritto:
Riguardo la parte pratica non vedrei però problemi nel sostiuire l'array o delle resistenze da 4.7K con uno da 1.65K (sono 4 resistenze tra tutti e due i canali, quindi presumo tutte racchiuse dallo stesso array di resitenze isolate, che nella foto dovrebbe essere siglato N7) oppure appunto quello da 3.3K (N6 penso, la serigrafia non si legge bene) con uno da 10K (sono entrambi array da 4 R isolate, e visto che sono a ridosso di U5 siano proprio le 2 coppie di R3 e R4 e non relative ad altro).
Eh no, il resto dello schema non me lo ricavo!!!Etabeta ha scritto:
occorre comunque testare il tutto non essendo noto il resto del circuito (fenomeni di oscillazioni potrebbero eventualmente essere causati dal tipo di carico all'uscita di U5)
Bene, ti raccomando poi, per il montaggio definitivo, di optare per reti resistive di precisione (1-2%) al fine di mantere la migliore simmetria possibile nel circuito differenziale.max1974 ha scritto:Allora prima verifico che la configurazione delle reti sia come dici tu poi provo a fare la sostituzione.
Al limite posso montare al posto della rete da 3k3 anche 4 resistenze discrete da 10k 1/4 W; almeno come prova preliminare visto che le ho in casa mentre la rete la devo ordinare.
Etabeta ha scritto:Grazie Max per aver condiviso lo schema, sicuramente sarà utile anche ad altri.
Riguardo l'ampli che va in protezione connettendo la sonda dipende presumibilmente da dove connetti il connettore di massa della sonda.
Occhio a connettere la massa effettivamente solo nei punti dell'amp dove sei certo ci sia il riferimento di massa.
In particolare occhio a NON connettere la massa dell'oscilloscopio ad un qualsiasi morsetto di uscita dei finali che non sia effetticamente un punto di massa!
Tieni presente che le serigrafie che identificano i canali di uscita possono trarre in inganno, infatti se un canale è inverito in fase (solito discorso della predisposizione per la configurazione a ponte, vedendo lo schema del pre di questo Z150 direi di no, ma il discorso vale in generale) avrà le serigrafie inverite quindi il "-" sarà connesso ai finali di un canale e se lo connetti alla massa dell'osciloscopio che a sua volta è connesso ad esempio al generatore di funzioni sull'altro canale (o comunque attraverso la presa di terra) che è connesso all'ingresso dell'ampli praticamente metti a massa un finale!
Conviene prima di tutto, ad ampli spento, identificare esattamente quali terminali di uscita dell'ampli sono realmente le masse (guardando le piste oppure tramite tester verificando la continuità rispetto alla massa di alimentazione) oppure, per andare in ogni caso a colpo sicuro, connettere la massa della sonda con direttamente con la massa di alimentazione.
In ogni caso non connettere mai, a nessuno dei 2 poli, la massa della sonda dell'oscilloscopio, di un finale configurato a ponte (in quanto appunto entrambi i poli di un finale configurato a ponte sono polarizzati rispetto a massa) a meno che la massa dell'oscilloscopio (o di qualunque cosa sia connessa) sia fisicamente separata da quella di alimentazione e di segnale in ingresso.
La soluzione migliore in questi casi è disporre di una sonda differenziale (che è disaccoppiata rispetto a massa) oppure limitarsi a misurare una uscita alla volta o, se l'oscilloscopio è a 2 canali, usare due sonde (ovviamente con le masse connesse alla massa comune dell'ampli) e la funzione di somma dei 2 canali, tipicamente presente in tutti gli oscilloscopi, ed ottenere la visualizzazione risultante dell'uscita a ponte.
Prova a verificare:max1974 ha scritto:Si, so quali sono i problemi con la massa dell'oscilloscopio.
La cosa strana è che mi va in protezione anche se connetto solo l'ingresso al generatore di funzioni senza fare alcuna misura. Ho provato anche a isolare la terra del generatore ma non cambia nulla.
Etabeta ha scritto:Prova a verificare:max1974 ha scritto:Si, so quali sono i problemi con la massa dell'oscilloscopio.
La cosa strana è che mi va in protezione anche se connetto solo l'ingresso al generatore di funzioni senza fare alcuna misura. Ho provato anche a isolare la terra del generatore ma non cambia nulla.
-Con l'ampli acceso ma scollegato da tutto, misurando con un multimetro se c'é tensione tra la massa rca degli ingressi e la massa di alimentazione.
-Sul generatore (acceso ma non sconnesso all'ampli) se c'è tensione tra la massa dell'uscita e la massa di alimentazione dell'ampli (acceso) e anche con la massa degli ingressi rca.
ll generatore comunque è regolato a livello basso o meglio ancora zero?
Se le uscite dell'ampli sono scollegate e il problema si verifica a prescindere è davvero strano perchè, stando allo schema, le masse degli ingressi sono completamente disaccoppiate dalla massa di alimentazione.
Spero sia banalmente un problema di livello di uscita del generatore che manda in clipping i finali e quindi innesca la protezione (ma l'ampli è ancora "di serie" o hai già apporato qualche modifica?).
Ma, generatore a parte, l'ampli di suo funziona? Cioè lo avevi già testato precedentemente con qualche altra sorgente?max1974 ha scritto:Etabeta ha scritto:Prova a verificare:max1974 ha scritto:Si, so quali sono i problemi con la massa dell'oscilloscopio.
La cosa strana è che mi va in protezione anche se connetto solo l'ingresso al generatore di funzioni senza fare alcuna misura. Ho provato anche a isolare la terra del generatore ma non cambia nulla.
-Con l'ampli acceso ma scollegato da tutto, misurando con un multimetro se c'é tensione tra la massa rca degli ingressi e la massa di alimentazione.
-Sul generatore (acceso ma non sconnesso all'ampli) se c'è tensione tra la massa dell'uscita e la massa di alimentazione dell'ampli (acceso) e anche con la massa degli ingressi rca.
ll generatore comunque è regolato a livello basso o meglio ancora zero?
Se le uscite dell'ampli sono scollegate e il problema si verifica a prescindere è davvero strano perchè, stando allo schema, le masse degli ingressi sono completamente disaccoppiate dalla massa di alimentazione.
Spero sia banalmente un problema di livello di uscita del generatore che manda in clipping i finali e quindi innesca la protezione (ma l'ampli è ancora "di serie" o hai già apporato qualche modifica?).
Proverò...
Comunque, per rispondere alle tue domande, il generatore (Philips PM5132) è regolato ad ampiezza minima (potenziometro) e con attenuazione massima (commutatori 10-20-30 dB).
L'ampli, a parte il recap che ho fatto io, dovrebbe essere di serie. Quando l'ho preso l'ho ispezionato per bene e non presentava segni di interventi. Me l'ha venduto Alessio, magari lui sa qualcosa.
Certo, sono due anni e mezzo che ce l'ho in macchina.Etabeta ha scritto:
Ma, generatore a parte, l'ampli di suo funziona? Cioè lo avevi già testato precedentemente con qualche altra sorgente?
Quindi il problema, cioè il fatto che entri subito in protezione, accade specificamente quando connesso quel generatore Philips, non se connetti un'altra sorgente?max1974 ha scritto:Certo, sono due anni e mezzo che ce l'ho in macchina.Etabeta ha scritto:
Ma, generatore a parte, l'ampli di suo funziona? Cioè lo avevi già testato precedentemente con qualche altra sorgente?