Il "GAIN" ed il rischio del "Clipping"

Test sui sitemi audio: dall'RTA ai tempi di volo, passando per le misure elettriche. Teoria e pratica alla portata di tutti
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Re: Il "GAIN" ed il rischio del "Clipping"

#81

Messaggio da Lustrike »

Etabeta ha scritto:
Lustrike ha scritto:In pratica tu dici, per l'ampli a ponte di effettuare queste due misure:
1) Can. A "+"/massa e Can. B "-"/massa -> letture uguali > 0
2) Can. A "-"/massa e Can. B "+"/massa -> letture uguali = 0

=>

Gli AP andranno quindi collegati su 1 rispettando la polarità degli AP.

Ho capito bene? Se si, allora non capisco cosa dice il manuale in merito al non utilizzo dei negativi "black".
Leggendo la pagina del manuale che hai postato è indicato che i cavi black sono la massa comune, uguale per tutti i canali (e infatti è specificato che sono tutti connessi insieme internamente) la massa è la stessa dell'alimentazione (se fai una prova con un tester noterai che c'è perfetta continuità tra i cavi neri e il negativo di alimentazione).
Nel manuale è poi descritta la connessione a ponte, dove appunto l'uscita dell'ampli va connessa con polo "+" al Left (blue) e polo "-" al Right "-" che ha colore Red/Rosso in quanto è fisicamente il polo + del canale Right che però essendo invertito in fase nella configurazione a ponte diventa il riferimento "-".
Al di là dei colori dei cavi, il concetto valido per qualsiasi amplificatore configurato a ponte è sempre lo stesso: un polo al ramo positivo del canale/finale 1 (Left in quanto caso) e un polo al ramo positivo del canale/finale 2 (Right, che è inverito in fase, requisito indispesabile per la configurazione a ponte), l'unica cosa che serve sapere è quale dei due canali in ingresso è utilizzato (in questo caso il canale Left, come descritto nel manuale), ma anche se non fosse specificato si fa presto a scroprirlo in quanto l'altro canale in ingresso è isolato (anzi, cortocircuitato secondo quando descritto nel manuale che raccomanda di non collegarlo proprio quindi),
il altri ampli, raramente, vegono utilizzati entrambi i canali in ingresso tramite un circuto sommatore e poi il segnale risultante (monofonico L+R) inviato, sempre secondo il solito principio, in fase ad un canale/finale e in cotrofase all'altro.

Nella configurazione a ponte le masse dei singoli canali/finali non sono mai connesse agli altoparlanti, in quanto il riferimento "-" degli altoparlanti non sarà più il livello di massa ma il segnale in controfase, principio per il quale l'altoparlante è sollecitato da una tesione di valore doppio rispetto alla configurazione non a ponte, stesso motivo per il quale ogni canale/finale "vedrà" una impedenza dimezzata rispetto la valore reale di impedenza dell'altoparlante connesso.
Quindi è confermato quanto scritto nel manuale e cioè che gli altoparlanti vanno collegati tra i due poli che consideriamo positivi dell'ampli (essendo i negativi la massa comune), considerando il blue positivo e il red negativo.
Quindi se volessi effettuare le misure come hai prima spiegato dovrei farle tra il blu e nero (massa) e il rosso e nero (massa) e dovrei ottenere un valore di tensione metre considerando i fili neri, che sono già le masse ovviamente avrò zero sul multimetro.
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Re: Il "GAIN" ed il rischio del "Clipping"

#82

Messaggio da Lustrike »

Etabeta ha scritto:...... stesso motivo per il quale ogni canale/finale "vedrà" una impedenza dimezzata rispetto la valore reale di impedenza dell'altoparlante connesso.
Questo peró non vuol dire che per avere la potenza dichiarata a 2 ohm, per es., devo collegare un altoparlante di 4 ohm. Vero?
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Re: Il "GAIN" ed il rischio del "Clipping"

#83

Messaggio da Etabeta »

Lustrike ha scritto:Quindi è confermato quanto scritto nel manuale e cioè che gli altoparlanti vanno collegati tra i due poli che consideriamo positivi dell'ampli (essendo i negativi la massa comune), considerando il blue positivo e il red negativo.
Quindi se volessi effettuare le misure come hai prima spiegato dovrei farle tra il blu e nero (massa) e il rosso e nero (massa) e dovrei ottenere un valore di tensione metre considerando i fili neri, che sono già le masse ovviamente avrò zero sul multimetro.
La procedura che ho descritto prima era riferita al caso di trovarsi con un ampli senza alcuna indicazione della configurazione delle uscite, è utile per individuare quali sono i "poli caldi" dei finali (che nella configurazione a ponte andranno uno al positivo e l'altro al negativo dell'altoparlante).
Nel caso invece, come ora, che abbiamo già noto che, nella configurazione a ponte, un terminale dell'altoparlante andrà al cavo blu e il negativo a quello rosso, possiamo misurare direttamente la tensione tra questi due,
avendo noto che la potenza nominale dichiarata dal costruttore per la configurazione a ponte è ad esempio 120W @ 4ohm allora la tensione di riferimento per la regolazione del gain sarà, secondo la solita foruma: V=sqrt(120*4)=21,9
Se poi si andasse a misurare la tensione tra filo blu e massa e rosso e massa vedremo che è pari alla metà ovvero 10,9 in quanto appunto si tratta di una configurazioe a ponte,
tutti i fili neri essendo tutte masse avranno sempre potenziale zero rispetto a massa appunto.

Una considerazione di fondo è che, dal punto di vista degli altoparlanti, il riferimento "-" non sarà più a potenziale di massa ma al valore invertito rispetto al suo terminale "+", istante per istante,
questo è un motivo per il quale se, erroneamente, si collega a massa il terminale "-" di un canale configurato a ponte si fa un bel corto circuito rispetto al finale a cui è connesso (questa è la causa primaria di "morte prematura" dei finalini "power pack", che sono praticamente sempre in configurazione a ponte, delle autoradio connesse diciamo in modo "sbarazzino" XD ).
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Re: Il "GAIN" ed il rischio del "Clipping"

#84

Messaggio da Etabeta »

Lustrike ha scritto:
Etabeta ha scritto:...... stesso motivo per il quale ogni canale/finale "vedrà" una impedenza dimezzata rispetto la valore reale di impedenza dell'altoparlante connesso.
Questo peró non vuol dire che per avere la potenza dichiarata a 2 ohm, per es., devo collegare un altoparlante di 4 ohm. Vero?
Le potenze dichiarate sono sempre riferite al valore reale di impedenza degli altoparlanti.
Se è dichiarata potenza ad es.: 120Wrms @ 4ohm per la configurazione a ponte quella potenza è riferita per quel carico di 4ohm (a prescindere che poi fisicamente ciascuno dei due finali che compone un canale a ponte veda impedenza dimezzata).
Occhio solo a rispettare sempre le raccomandazioni del costruttore, specialmente per la configurazione a ponte,
se viene indicato, ad esempio, che il carico minimo ammesso è 4 ohm per la configurazione a ponte (e 2ohm per la configurazione non a ponte) è da evitare di caricare a 2ohm la configurazione a ponte in quanto evidentemente i finali (che vedrebbero un carico di 1ohm nella configurazione a ponte in questo esempio) non sarebbero in grado di erogare corrente sufficiente (ma anche la sezione di alimentazione ne risentirebbe).
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Re: Il "GAIN" ed il rischio del "Clipping"

#85

Messaggio da Lustrike »

Etabeta ha scritto:
Lustrike ha scritto:Quindi è confermato quanto scritto nel manuale e cioè che gli altoparlanti vanno collegati tra i due poli che consideriamo positivi dell'ampli (essendo i negativi la massa comune), considerando il blue positivo e il red negativo.
Quindi se volessi effettuare le misure come hai prima spiegato dovrei farle tra il blu e nero (massa) e il rosso e nero (massa) e dovrei ottenere un valore di tensione metre considerando i fili neri, che sono già le masse ovviamente avrò zero sul multimetro.
La procedura che ho descritto prima era riferita al caso di trovarsi con un ampli senza alcuna indicazione della configurazione delle uscite, è utile per individuare quali sono i "poli caldi" dei finali (che nella configurazione a ponte andranno uno al positivo e l'altro al negativo dell'altoparlante).
Nel caso invece, come ora, che abbiamo già noto che, nella configurazione a ponte, un terminale dell'altoparlante andrà al cavo blu e il negativo a quello rosso, possiamo misurare direttamente la tensione tra questi due,
avendo noto che la potenza nominale dichiarata dal costruttore per la configurazione a ponte è ad esempio 120W @ 4ohm allora la tensione di riferimento per la regolazione del gain sarà, secondo la solita foruma: V=sqrt(120*4)=21,9
Se poi si andasse a misurare la tensione tra filo blu e massa e rosso e massa vedremo che è pari alla metà ovvero 10,9 in quanto appunto si tratta di una configurazioe a ponte,
tutti i fili neri essendo tutte masse avranno sempre potenziale zero rispetto a massa appunto.

Una considerazione di fondo è che, dal punto di vista degli altoparlanti, il riferimento "-" non sarà più a potenziale di massa ma al valore invertito rispetto al suo terminale "+", istante per istante,
questo è un motivo per il quale se, erroneamente, si collega a massa il terminale "-" di un canale configurato a ponte si fa un bel corto circuito rispetto al finale a cui è connesso (questa è la causa primaria di "morte prematura" dei finalini "power pack", che sono praticamente sempre in configurazione a ponte, delle autoradio connesse diciamo in modo "sbarazzino" XD ).
Ok sei stato chiarissimo, come sempre. Grazie
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Re: Il "GAIN" ed il rischio del "Clipping"

#86

Messaggio da Lustrike »

Etabeta ha scritto:
Lustrike ha scritto:
Etabeta ha scritto:...... stesso motivo per il quale ogni canale/finale "vedrà" una impedenza dimezzata rispetto la valore reale di impedenza dell'altoparlante connesso.
Questo peró non vuol dire che per avere la potenza dichiarata a 2 ohm, per es., devo collegare un altoparlante di 4 ohm. Vero?
Le potenze dichiarate sono sempre riferite al valore reale di impedenza degli altoparlanti.
Se è dichiarata potenza ad es.: 120Wrms @ 4ohm per la configurazione a ponte quella potenza è riferita per quel carico di 4ohm (a prescindere che poi fisicamente ciascuno dei due finali che compone un canale a ponte veda impedenza dimezzata).
Occhio solo a rispettare sempre le raccomandazioni del costruttore, specialmente per la configurazione a ponte,
se viene indicato, ad esempio, che il carico minimo ammesso è 4 ohm per la configurazione a ponte (e 2ohm per la configurazione non a ponte) è da evitare di caricare a 2ohm la configurazione a ponte in quanto evidentemente i finali (che vedrebbero un carico di 1ohm nella configurazione a ponte in questo esempio) non sarebbero in grado di erogare corrente sufficiente (ma anche la sezione di alimentazione ne risentirebbe).
E anche qui chiarissimo..... arigrazie! :yes:
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Re: Il "GAIN" ed il rischio del "Clipping"

#87

Messaggio da max1974 »

Vorrei provare il mio sistema con il metodo descritto da Etabeta per tarare i gain ed evitare il clipping.
Oggi ho scaricato SoX per generarmi i toni a 0 dB.
Vorrei connettere a banco la mia sorgente P80 con i tre ampli Zapco che uso per l'impianto, ognuno per la rispettiva gamma.
Avrei intenzione di riprodurre tre frequenze (una per il sub, una per i midwoofer e una per i tweeter) e andare a verificare con l'oscilloscopio il segnale in uscita dalla sorgente (per vedere se esce indistorto e se i 5 V di uscita dichiarati sono reali o no) e poi quello in uscita dai tre ampli.
Per fare questa prova ho bisogno dell'oscilloscopio a 4 canali del lavoro, oltre a dover smantellare l'impianto, per cui mi devo organizzare con un po' di calma.
Comunque per fare pratica prima, ho pensato di utilizzare la vecchia sorgente Alpine 9880 che ho da parte e uno dei miei due ampli Audiosystem a gamma intera. Per questa prova preliminare mi basta il mio oscilloscopio analogico a 2 canali.

Ho una domanda relativa all'ampli per il sub. Gli Zapco hanno la regolazione dei gain R e L separata. Visto che il sub è collegato a ponte, se i gain non sono regolati uguali dovrei vedere una sinusoide asimmetrica?
E poi, la prova la farei con alimentazione a 12V e carico resistivo da 4 ohm: qualche controindicazione?

Aspetto fiducioso Etabeta...
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Re: Il "GAIN" ed il rischio del "Clipping"

#88

Messaggio da Etabeta »

mark3004 ha scritto:
Etabeta ha scritto: Per effettuare misure sulle uscite di amplificatori è necessario prevedere delle sonde attenuale (x10 o x100) in modo da poter far rientrare il valore del segnale nei limiti ammessi dall'ingresso audio.
Un progetto interessante è quello illustrato qui: http://www.sillanumsoft.org/Download/NE1.zip risale a qualche anno fa, ai tempi della gloriosa rivista Nuova Elettronica, è basato sul chip PCM2902 (http://www.ti.com/product/pcm2902c/description)
Nei progetti futuri (diamine, che bello sarebbe avere più tempo per fare le cose che ci piacciono...) ho quello di rispolverare questo progetto (in quanto oramai irreperibile sia in kit che assemblato), integrandolo anche con uscite e ingressi ottici/spdif (visto che il PCM2902 ne è dotato), lavora "solo" fino a 48/16 ma è già un qualcosa di apprezzabile.
So che è un giocattolo, ma per il nostro scopo, ovvero giusto per leggere il clipping, può essere sufficiente?

https://www.ebay.com/itm/222948398748

E' un prodotto che può certamente essere adatto allo scopo,
senza l'uso di sonda attenuata è dichiarato fino a 50Vpp quindi per la forula Vrms=Vpp*0.353 accetta fino a 17,65Vrms ovvero 77,88Wrms @ 4ohm
per misure su ampli di potenza superiore è d'uopo l'uso di sonda attenuata.

C'è un aspetto che va tenuto presente, sempre, quando si connette uno strumento di misura su un apparato (in questo caso le uscite di un aplificatore),
cioè se tale strumento ha oppure no il riferimento di massa del suo ingresso isolato oppure no rispetto al suo chassis (se è metallico ovviamente) e rispetto alla presa di messa a terra.
Ciò è importante nel caso di misura, ad esempio tramite un oscilloscopio, di un ampli con uscita configurata a ponte in quanto se connettiamo la pinza di massa della sonda al polo "-" dell'uscita a ponte questa sappiamo che non sarà al potenziale di massa dell'alimentazione dell'ampli ma corrisponde invece al ramo invertente del ponte, quindi se il nostro oscilloscopio ha la massa connessa alla presa di terra (mi sto riferendo all'esempio tipico di un oscilloscopio "da banco") e a sua volta anche l'alimentatore da banco (che usciamo per alimentare l'ampli che stiamo testando/misurando) ha la massa connessa a terra, si creerà un corto secco, a rischio di far partire il canale dell'ampli che costituisce il "-" del ponte.

In realtà la maggior parte degli alimentatori switching ha la massa isolata rispetto alla connessione di messa a terra, però meglio controllare (se è isolato quindi non ci sarà continuità tra la presa di terra e quella di massa).
Inoltre, se si utilizza un banco di lavoro in metallo sul quale è poggiato un apparato con chassis metallico conesso a terra (o lo stesso piano metallico è connesso a terra ai fini antistatici) e ci poggiamo sopra il notro ampli (con chassis metallico, internamente connesso alla massa di alimentazione) anche in quel caso si creerebbe la situazione descritta prima.
Stessa cosa se al posto di un oscilloscopio da banco ne utilizzassimo uno USB connesso ad un pc fisso in quanto con tutta probabilità la massa di schermo usb sarebbe perfettamente connessa alla massa dell'alimentazione del pc a sua volta connessa a terra (nel caso invece di pc portatile alimentato a batteria, o con alimetatore disaccoppiato, naturalmente la massa usb sarebbe isolata).

L'uso di un oscilloscopio portatile/palmare a batteria (o comunque con alimentatore di rete con massa non connessa alla presa di terra, come la stragrande maggioranza dei piccoli alimentatori anche per i pc portatili che proprio non sono dotati di presa di terra) è quindi l'ideale per evitare quelle situazioni.
oppure, nel caso si uso di oscilloscopio da banco, l'uso di una sonda attiva differenziale (che isola il riferimento di massa della sonda rispetto alla massa dell'oscilloscopio).

Quindi, ricapitolando:
1) occhio al potenziale che andiamo a misurare, deve essere entro il livello massimo ammesso dallo strumento, diversamente occorre usare una sonda attenuata
2) attenzione a dove connettiamo la pinza di massa della sonda se il nostro strumento ha la massa in comune con la presa di terra e a sua volta la massa di alimentazione dell'ampli (o in generale dell'apparato su cui effetueremo le misure) è, oppure no, connessa a terra. Se le masse sono in comune con la presa di terra allora è necessiario, per evitare di creare cortocircuito, l'uso di sonda disaccoppiata/differenziale (o comunque interrompere l'anello tra massa e terra).
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Re: Il "GAIN" ed il rischio del "Clipping"

#89

Messaggio da max1974 »

Ho preparato il banco per fare le misure sulla sorgente Alpine CDE-9880 e sull'amplificatore Audiosystem ADS4002.
Come carico ho due resistenze da 4ohm (3 resistenze da 12 ohm in parallelo per ciascun canale) e alimento il tutto a 12 V.
Ho preparato vari toni con SoX e li ho messi nella chiavetta USB.
Purtroppo al momento di accendere mi sono reso conto che la sorgente non legge i WAV. Legge solo MP3, VMA, AAC. C'è modo con SoX di sintetizzare uno di questi formati?
Premetto che comunque il fatto di avere per il momento solo il WAV non è un grosso problema ai fini della prova finale con la Pioneer P80 perché questa legge anche quel formato, vorrei però sperimentare prima con l'Alpine per "farmi un po' le ossa".

In ogni caso ho fatto delle prove usando il PC come sorgente. Ho verificato che con il volume del PC al massimo il segnale non fosse distorto e ho tarato il gain dell'ampli monitorando uno dei due canali in uscita. Fatto questo sono andato sull'altro canale e ho visto che questo invece era in clipping. Allora ho abbassato leggermente il gain fino a rientrare nella linearità.
Mi sono comunque reso conto che i due canali dell'ampli non sono esattamente uguali in quanto uno guadagna un po' più dell'altro e, a parità di ingresso, va in distorsione prima.
Questo problema dovrebbe essere risolto alla base con gli Zapco, visto che hanno i gain separati per destra e sinistra.

Ho visto poi una distorsione evidente a 40Hz e 100Hz anche a basso volume. Più tardi se ci riesco faccio la foto all'oscilloscopio e la posto.
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Re: Il "GAIN" ed il rischio del "Clipping"

#90

Messaggio da Etabeta »

max1974 ha scritto:Ho preparato il banco per fare le misure sulla sorgente Alpine CDE-9880 e sull'amplificatore Audiosystem ADS4002.
Come carico ho due resistenze da 4ohm (3 resistenze da 12 ohm in parallelo per ciascun canale) e alimento il tutto a 12 V.
Ho preparato vari toni con SoX e li ho messi nella chiavetta USB.
Purtroppo al momento di accendere mi sono reso conto che la sorgente non legge i WAV. Legge solo MP3, VMA, AAC. C'è modo con SoX di sintetizzare uno di questi formati?
Premetto che comunque il fatto di avere per il momento solo il WAV non è un grosso problema ai fini della prova finale con la Pioneer P80 perché questa legge anche quel formato, vorrei però sperimentare prima con l'Alpine per "farmi un po' le ossa".

In ogni caso ho fatto delle prove usando il PC come sorgente. Ho verificato che con il volume del PC al massimo il segnale non fosse distorto e ho tarato il gain dell'ampli monitorando uno dei due canali in uscita. Fatto questo sono andato sull'altro canale e ho visto che questo invece era in clipping. Allora ho abbassato leggermente il gain fino a rientrare nella linearità.
Mi sono comunque reso conto che i due canali dell'ampli non sono esattamente uguali in quanto uno guadagna un po' più dell'altro e, a parità di ingresso, va in distorsione prima.
Questo problema dovrebbe essere risolto alla base con gli Zapco, visto che hanno i gain separati per destra e sinistra.

Ho visto poi una distorsione evidente a 40Hz e 100Hz anche a basso volume. Più tardi se ci riesco faccio la foto all'oscilloscopio e la posto.
Riguardo SoX, gestisce nativamente la codifica in formato PCM(wav) e FLAC, è possibile codificare in altri formati aggiungendo le opportune librerie, riguardo il formato MP3 questa è la procedura:
Scaricare le librerie libmp3lame (ad esempio qui: http://www.rarewares.org/mp3-lame-libraries.php vedi link nella pagina "x86-Win32", scompattare i file direttamente nella cartella dove è installato SoX (es.: "C:\Program Files (x86)\sox-14-4-2")
Fatto ciò per codificare i file in formato mp3 non occorre far altro che inserire l'estesione .mp3 invece di .wav come file di output.

Riguardo i diversi livelli (immagino marcatamente diversi) livelli di uscita dei due canali dell'ampli una delle cause più probabili è il potenzionemtro/trimmer doppio. Col tempo, polvere e ossidazione causano appunto problemi nella regolazione dei livelli.
Per verificarlo prova (se non sono ermetici) a spruzzare dentro un pò di disossidante, fai scorrere su e giù un pò di volte e rifai la misura verificando se ora il livello dei due canali è allineato.
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Re: Il "GAIN" ed il rischio del "Clipping"

#91

Messaggio da max1974 »

Grazie per tutte le info.

Il livello dei due canali non è marcatamente diverso. Facendo la misura con il reticolo del mio oscilloscopio analogico ho circa 7,2 V di picco su un canale e circa 7,5 sull'altro.
Comunque proverò la pulizia.

Vi farò sapere.
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Re: Il "GAIN" ed il rischio del "Clipping"

#92

Messaggio da Lustrike »

max1974 ha scritto: Come carico ho due resistenze da 4ohm (3 resistenze da 12 ohm in parallelo per ciascun canale) e alimento il tutto a 12 V
Perché le resistenze? Non si era detto (etabeta) di staccare gli altoparlanti e basta?
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Re: Attenti al clipping!

#93

Messaggio da Lustrike »

Ovvero qui
Etabeta ha scritto:
........
Questa misure sono fattibili con il carico (ovvero gli altoparlanti) scollegato, anzi, direi che è decisamente più pratico effettuarle in questo modo anche per non "assordarsi", pur considenrando che a carico inserito la tensione in uscita tenderà un pò a scendere (ma non significativamente se è un aplificatore perlomeno decente ovvero con la sezione di alimetazione dimensionata per erogare appunto la potenza dichiarata) il che si tradurrà in un pò di ulteriore margine di sicurezza in più verso il clipping rispetto alla regolazione effettuata (a discapito di un qualche punto percentuale in meno di erogazione di potenza massima).
........
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Re: Il "GAIN" ed il rischio del "Clipping"

#94

Messaggio da mark3004 »

Infatti, pareva di aver capito che va bene fare la misura senza il carico...

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Link tecnici "must read":
GUIDA CROSSOVER: viewtopic.php?f=5&t=15831
GUIDA GAIN: viewtopic.php?f=33&t=13215
BURN IN DRIVERS: viewtopic.php?f=33&t=15058
COMINCIARE SENZA BUTTARE SOLDI: viewtopic.php?f=20&t=14746
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Re: Il "GAIN" ed il rischio del "Clipping"

#95

Messaggio da Etabeta »

Se l'obiettivo è quello di regolare il gain/sensibilità dell'amplificatore in modo da evitare il clippping, ovvero regolarlo in modo che al massimo livello di uscita della sorgente corrisponda il livello di potenza nominale dell'amplificatore (basandosi sul dato di potenza nominale dichiarato dal costruttore) si può effettuare la misura senza carico.

Se invece l'obiettivo è verificare l'effettiva capacità di erogare la potenza nominale da parte dell'amplificatore o verificare quale è la potenza effettiva erogata dall'amplificatore fino al limite del clipping o al reggiungimento di un determinato livello di THD allora è necessario utilizzare il carico sulle uscite.

Sono due contesti diversi, il primo è una semplice regolazione, il secondo è un vero proprio test.
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Re: Il "GAIN" ed il rischio del "Clipping"

#96

Messaggio da Lustrike »

Ok, ma ci sono casi in cui NON è opportuno far lavorare un amplificatore senza carico?
Per es. sul mio ampli home a valvole è specificato di non farlo. Vale solo per le valvole?
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Re: Il "GAIN" ed il rischio del "Clipping"

#97

Messaggio da Etabeta »

Lustrike ha scritto:Ok, ma ci sono casi in cui NON è opportuno far lavorare un amplificatore senza carico?
Per es. sul mio ampli home a valvole è specificato di non farlo. Vale solo per le valvole?
Non mi risulta sussistano controindicazioni nel far lavorare un amplificatore senza il carico connesso, è una pratica assolutamente standard.
Riguardo gli amplificatori a valvole il contesto è differente, le uscite sono accoppiate tramite trasformatori e in assenza di carico si possono generare tensioni sul primario del trasformatore potenzialmente dannose per i finali.
Quindi diciamo che è bene evitare di far lavorare senza carico amplificatori con uscita accoppiata tramite trasformatore (quindi i valvolari).
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Re: Il "GAIN" ed il rischio del "Clipping"

#98

Messaggio da Lustrike »

Ok, grazie ancora.
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giandam
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Re: Il "GAIN" ed il rischio del "Clipping"

#99

Messaggio da giandam »

ho letto tutto il post,
non ho capito tutto......ovviamente , non ho conoscenze approfondite in materia

peró comincio a farmi delle idee

ho capito il concetto del clipping
e anche come fare per ottenere il voltaggio in uscita dall'ampli col tester ,secondo i dati dichiarati dal costruttore...
......con una sorgerte e un ampli.

poichè per regolare fisicamente c'è una" manopolina"

MA nel mio caso specifico(ampli con dsp audison prima 8.9)
non c'è la manopolina


ora:
nella fase di installazione, il software da pc che serve per configurare tutto,
uscite , ingressi , crossover , ritardi,
fa anche un passaggio per autoregolare la sensibilità di ingresso

e dopo la procedura,
in cui alla sorgente va fatta riprodurre una traccia di sinus sweep

vengono mostrati dei cursori con il livello autoimpostato

dopo l'installazione completa,
sempre tramite software si può modificare il livello
della sensibilità in ingresso o in uscita per ogni canale.

quindi con questi tipi di dsp amplificati ,
come si procede?

nel mio caso specifico
la sorgente è un alpine che che uscite preout a 2v


e nell'impostazione l'audison si imposta con le sensibilità in ingresso al massimo

1v
X8JREj.jpg
sorgente alpine x802d-u

alto:tweeter hertz ml 280.3 montanti autocostruiti
medi :hertz mp70.3 predisposizioni cruscottto
woofer: focal isu690 woofer 6x9 in portiera
sub: audison aps10 in cassa chiusa
audison prima ap 8.9 per il fronte anteriore (due vie a ponte per ogni canale)
audison ap1d per il sub
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Etabeta
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Re: Il "GAIN" ed il rischio del "Clipping"

#100

Messaggio da Etabeta »

giandam ha scritto:ho letto tutto il post,
non ho capito tutto......ovviamente , non ho conoscenze approfondite in materia

peró comincio a farmi delle idee

ho capito il concetto del clipping
e anche come fare per ottenere il voltaggio in uscita dall'ampli col tester ,secondo i dati dichiarati dal costruttore...
......con una sorgerte e un ampli.

poichè per regolare fisicamente c'è una" manopolina"

MA nel mio caso specifico(ampli con dsp audison prima 8.9)
non c'è la manopolina


ora:
nella fase di installazione, il software da pc che serve per configurare tutto,
uscite , ingressi , crossover , ritardi,
fa anche un passaggio per autoregolare la sensibilità di ingresso

e dopo la procedura,
in cui alla sorgente va fatta riprodurre una traccia di sinus sweep

vengono mostrati dei cursori con il livello autoimpostato

dopo l'installazione completa,
sempre tramite software si può modificare il livello
della sensibilità in ingresso o in uscita per ogni canale.

quindi con questi tipi di dsp amplificati ,
come si procede?

nel mio caso specifico
la sorgente è un alpine che che uscite preout a 2v


e nell'impostazione l'audison si imposta con le sensibilità in ingresso al massimo

1v
La procedura automatica di regolazione dei livelli in ingresso, ovvero della sensibilità appunto, serve a fare in modo che si eviti la saturazione dei convertitori A/D in ingresso al dsp (ed infatti tale procedura è prevista per i soli ingressi analogici, non nel caso di utilizzo di ingresso ottico/digitale).
Fatta questa procedura automatica, essendo gli amplificatori integrati nello stesso prodotto, il problema della gestione dei livelli di uscita (dal punto di vista dell'eventuale problema del clipping) non susissiste in quanto gli stadi di amplificazione sono già progettualmente tarati (o almeno dovrebbero esserlo..) in modo dale da poter gestire per intero la dinamica dei converitori D/A e del circuito di regolazione del volume che sono a valle del dsp.
Non ho qui un dsp amplificato Audison, la controprova da fare sarebbe inviargli in ingresso un segnale a zero dB (meglio per via digitale, così da verificare la sola sezione di uscita/amplificazione) e quindi verificare che su ciascun canale in uscita, anche a livello massimo di impostazione, non si arrivi al clipping dei finali.
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