I cavi dati non si infilano in un convertitore che usa il clock ricostruendolo dalla trama SPDIF, con il quale il convertitore D/A GENERA il segnale analogico. E dove se il clock è sbagliato, le forme d'onda si "allungano e di accorciano" a seconda della vicinanza o lontananza degli impulsi di clock (scusate la semplificazione terra terra..
). I dati, sono completamente asincroni.
I dati sono blocchi che vengono ritrasmessi da un punto all'altro e gestiti non in tempo reale. Ma stazionano in buffers (pochi millisecondi, inferiori o uguali ai tipici tempi di "ping", per capirci..) per essere poi redistribuiti o re inviati al nodo successivo o all'utenza. Tranne che negli switch da 10 Euro, senza buffer, nei quali, in presenza di collegamenti con dispositivi a velocità differenti, su quelle porte che lavorano più lentamente (parliamo di standard 1 Gbit/s o 100 Mbit/s, ad esempio) puoi avere perdita di pacchetti (cosa che talvolta sperimentiamo, quando interfacciamo dispositivi radio (wi-fi) di epoche diverse..). Non esiste un problema di sincronia tra tx ed rx.
Salvo perdita dati da apparecchio obsoleto o difettoso, allungare il tempo di ping o il jitter (differenza tra i tempi di ping) su una connessione dati, non crea problemi. Tranne che non vi siano instradate comunicazioni VoiP.. Guarda caso..
È quello che spiegava anche Etabeta quando indicava la differenza tra collegare un DAC puro o un DSP.
Un DAC "basico" usa il clock ricavato dall'SPDIF, tosando i picchi e ricavandolo dalla distanza tra i segnali alti e bassi in particolari punti del "pacchetto", che in realtà, "pacchetto" non è, dato il retaggio ereditato dal CD, che contiene una "spirale" di dati senza soluzione di continuità e che "non puó essere sospesa nella sua trasmissione continua. Un DSP (stante la necessità del ricampionamento), come un DAC più "serio" (penso ormai anche quelli abbastanza economici, comunque, ma mi correggerà eventualmente Etabeta), accumula la "spirale di pacchetti" in un buffer, li suddivide in sezioni tra gli "impulsi di sincronismo" e rigenera il clock internamente. Quindi non ci dovrebbero essere differenze udibili tra ottico ed elettrico. Fino allo "sgancio" del segnale, che puó produrre evidenti ticchettii.
Per capirci: in una connessione audio, se "il ping" (che è assolutamente improprio, ma rende) è più alto di 0.00000000000000...1 ms, tranne non vengano prese precauzioni come il buffer e recklocking, si DEFORMA la forma d'onda.
In una comunicazione digitale informatica, non da fastidio neanche se è superiore ai 50/60 ms. Tranne con i giochi on line, dove cominciano a non essere pronti i movimenti per le azioni in tempo reale E per la telefonia voip, dove un alto ping crea ritardo tra quando l'utente parla e quando la sua voce viene percepita (perchè esistono i buffer, ovviamente, sennó l'audio verrebbe proprio distrutto). In sostanza, Internet e la rete in generale, tranne che per alcune applicazioni, non ha la necessità di essere "real time". Mentre il protocollo SPDIF lo è per natura, perchè è nato in altri tempi e per altri scopi. E doveva anche costare poco, data la destinazione "consumer". E solo "provvedimenti moderni" presi a posteriori per mantenere uno standard diffusissimo, lo "addomesticano".
Anche della USB, in questo senso avevamo parlato. Cosa completamente diversa eh.. Tuttavia, se devi trasmettere audio AD UN DAC su quell'interfaccia, questa diviene una connessione audio esclusiva e non passano altri dati (sia in caso di sincrono che asincrono). Mentre con il wi-fi viene gestito tutto, in quanto sistema asincrono per natura, come su fibra o su ethernet. Ovvero, per pacchetti che vengono ricomposti e recklokkati nel ricevitore ed inviati, con proprio clock, al DAC locale.
Non in tempo reale. Non è necessario.
Per questo, penso che, in teoria, le differenze tra cavo ottico ed elettrico, in apparecchi di un certo pregio e non "della prima ora", sia inesistente. Oppure decisamente udibile, solo in casi estremi di difficoltà di tenuta del sincro.
Poi, non so se intervengano altri fattori, a me sconosciuti, che inficino il "bit perfect".
Ciao!