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Fare una copia di un CD con un CDR produceva una copia identica all'originale, al netto della qualità del supporto vergine scelto. Del costo che andava dalle 1000 lire per quelli di merd@ alle 3500 lire di quelli buoni. I TrakData da 3500 lire costavano comunque la metà di un MD vergine.. Che pagava anche le royality alle case discografiche, come i CDR per uso audio. Che differivano dai CD-R da PC per una stringa nella toc, al fine di essere riconosciuti dai masterizzatori audio puri, che per scelta di copyright non accettavano i CD-R informatici. E che erano limitati anche dal fatto che (come i mini disc ed i DAT consumer) mettevano una flag nell'incisione che impediva di fare una copia della copia.
Nel giro di pochissimo i produttori di lettori si sono poi adeguati ed hanno reso compatibili i loro apparecchi IN LETTURA anche con i supporti per uso informatico, quando già non lo erano (meccaniche e chipset in molti casi erano condivisi con i CD ROM). Saltando le limitazioni imposte dalle case discografiche sui CDR audio "ufficiali".
Quindi chi ascoltava "distrattamente" o "in portatile" usava gli mp3. E chi voleva la qualità, si masterizzava in casa i CD a poche lire.
Se in origine un setup da PC costava non poco, tra scheda SCSI, lettore e masterizzatore SCSI (per fare la copia diretta senza dover passare per l'HDD, perdendo all'epoca molto tempo), già nel 99/2000 uscirono i masterizzatori SATA, che si acquistavano con 200.000/250.000 lire.
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Ma chi si metteva in casa un lettore/masterizzatore di Minidisc, a queste condizioni, dato che nelle ultime release suonava come un mp3 320?
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Ciao!
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